Tabernacolo del Duomo di Milano
disegno
ca. 1580 - ca. 1580
Tibaldi, Pellegrino; Tibaldi, Pellegrino (1527-1596; 1527-1596)
1527-1596; 1527-1596
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta preparata/ penna e inchiostro/ pennello e inchiostro
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ATTRIBUZIONI
Tibaldi, Pellegrino; Tibaldi, Pellegrino (1527-1596; 1527-1596)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. collezione Giulia Crespi Morbio Collezione Carlo Morbio
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904 l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano. \nI fogli 3 e 42 di questo album sono i soli ad avere un legame verificabile con Pellegrino Pellegrini. Il foglio 42 si riferisce al ciborio per il tabernacolo del Duomo di Milano, così come indicato dalla scritta a penna in cima al disegno (in realtà su un foglio diverso incollato al primo). Nel gennaio del 1581 la costruzione di un nuovo altare maggiore è affidata a Giovanni Andrea Pellizzone, che stava lavorando al pulpito. Il ciborio ideato da Tibaldi racchiude il vero e proprio tabernacolo cilindrico donato da papa Pio IV Medici al nipote Carlo Borromeo. Il ciborio, che in sostanza replica la struttura del tabernacolo, è dotato di otto colonne doriche che reggono una cupola decorata da angeli e sulla cui sommità sta il Redentore. Sebbene non presenti quote e misure, il disegno del Castello Sforzesco è ritenuto la versione originale dalla storiografia, altri due fogli pressoché identici sono quello conservato alla Galleria dell'Accademia di Venezia (inv. 220) e la copia costituita dal foglio 39ra del II Tomo della Raccolta Bianconi.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0