Studio per un podio della Reliquia di Sant'Andrea (Mantova, Sant'Andrea)
disegno
1589 - 1589
Pedemonte, Pompeo; Pedemonte, Pompeo (1515 Ca.-1592; 1515 Ca.-1592)
1515 ca.-1592; 1515 ca.-1592
matita, penna, inchiostro, inchiostro acquarellato
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
-
MATERIA E TECNICA
carta/ pietra nera/ penna e inchiostro/ pennello e inchiostro
-
ATTRIBUZIONI
Pedemonte, Pompeo; Pedemonte, Pompeo (1515 Ca.-1592; 1515 Ca.-1592)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. collezione Giulia Crespi Morbio Collezione Carlo Morbio
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Album Tibaldi entra nelle raccolte del Civico Museo d'Arte Antica, al Castello Sforzesco, nel 1905 quando è acquistato grazie al mercante d'arte Julius Böhler di Monaco. Nel 1904 l'avvocato Giuseppe Toesca propone senza successo l'acquisto dell'album al Consiglio Direttivo del Museo. Un anno più tardi, con una grande riduzione di prezzo (da 1800 a 800 lire), la raccolta di 42 disegni entra nelle collezioni civiche su proposta di Gustavo Frizzoni e con il benestare di Luca Beltrami. L'album Tibaldi aveva fatto parte della collezione di Carlo Morbio (1811-1881), nato a Novara ma stabilitosi fin da giovane a Milano. Nel "Catalogo ragionato ed illustrazione degli autografi e dei ritratti di celebri personaggi dal Risorgimento delle lettere insino a noi, raccolti e posseduti dal cav. Carlo Morbio" (Milano, 1857, p. 97) e ancora nelle "Opere Storico-Numismatiche di Carlo Morbio" (Bologna, 1870, p. 186) è lo stesso Morbio a citare la "Cartella di Pellegrino" definita una "preziosa raccolta de' suoi disegni originali" notando come "varj sono firmati col suo monogramma" (1857). È probabile sia stato soprattutto il fraintendimento del monogramma PPAM (inscritto in un cuore sormontato da una croce), all'epoca interpretato come firma di Pellegrino Pellegrini, ad aver portato il conoscitore e chi dopo di lui ebbe modo di vedere e valutare i disegni all'errata attribuzione al Tibaldi; ancora nel 1939, Giovanni Rocco parla in questi termini del marchio dell'album nella sua pubblicazione dedicata all'impegno dell'artista della Valsolda presso il Duomo di Milano. Dopo la morte del Morbio, la figlia Giulia, moglie dell'imprenditore tessile Benigno Crespi, cede gran parte della collezione paterna al libraio Theodor Ackermann che la vende in varie aste a Lipsia. Un altro mercante tedesco, il già citato Böhler, fa da mediatore per il ritorno dei disegni a Milano. \nTornando al monogramma, qui assente, il suo significato è intuito da Thurber (1994): Pompeo Pedemonte Architetto Mantovano. La scritta "Poggio di S.to Andrea", al verso del foglio, chiarisce la destinazione dello studio: un podio per l'ostensione della reliquia del Sangue di Cristo, conservata nella chiesa di Sant'Andrea. Thurber (1994) data il foglio al 1591 quando Pompeo è nominato "soprastante" alla costruzione della chiesa mantovana. Carpeggiani (2002) ipotizza che la struttura ideata da Pedemonte, caratterizzata dal ricorso all'artificio prospettico, dovesse sorgere addossata alla "paredana", cioè la parete che provvisoriamente separava la navata quattrocentesca dal cantiere del transetto. Lo studioso, mancando tracce in situ, ritiene il podio un progetto mai realizzato e propone di datare il foglio al 1589 sulla base di una lettera di Carlo Lambardi, del febbraio di quell'anno, nella quale l'architetto scrive di star lavorando ai disegni per il poggio (nella stessa lettera si parla dei progetti per il mausoleo Gonzaga in San Francesco a Mantova, anch'essi dello stesso anno). Di diverso parere Cerchiari (2020) che ritiene opportuno anticipare la redazione del foglio a prima del 1580, quando Cesare Pedemonte, fratello di Pompeo e fabbriciere di Sant'Andrea, scrive in una lettera che la paredana e il podio hanno bisogno di essere riparati. Cerchiari propone di datare il progetto di Pedemonte agli anni in cui il fratello Cesare era da poco fabbriciere (quinto decennio del '500) e che il disegno raffiguri non una struttura architettonica ma un fondale scenografico vero e proprio posto alla fine della navata.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0