Sant'Alessio Metropolita. Sant'Alessio Metropolita
icona,
sec. XIX secondo quarto
Lukitsch Dubrovin, Nikolai; Dyemyentiev, Syemyen (1822/1861; 1820/1861)
1822/1861; 1820/1861
Alessio è ritratto a figura intera, rivestito da preziosi paramenti liturgici di derivazione ebraica e imperiale bizantina. Con la mano destra tiene il bastone aureo vescovile e ha gli occhi rivolti a destra, verso l'alto incontemplazione del Cristo. La sua mano sinistra è aperta in atto d'accettazione della preziosa tiara offertagli dal Cristo che gli mostra con la destra il Vangelo aperto. Lo sfondo, a due fasce di colori, divide l'icona; nella fascia in basso, si erge un altare con il Vangelo chiuso, il calice eucaristico e una piccola croce.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO icona
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MATERIA E TECNICA
argento sbalzato e cesellato
olio su tavola
- AMBITO CULTURALE Scuola Russia Centrale
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ATTRIBUZIONI
Lukitsch Dubrovin, Nikolai; Dyemyentiev, Syemyen (1822/1861; 1820/1861)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'icona, di Scuola della Russia centrale, risale al secondo quarto del XIX secolo ed è dedicata ad Alessio (1292/1305 - 1378) che fu metropolita di Mosca (dal 1354) e resse le sorti del governo moscovita prima che il principe Dimitri Donskoj raggiungesse la maggiore età. Fu canonizzato dalla chiesa ortodossa russa nel 1448 e da allora è considerato uno dei santi patroni della capitale russa. Numerosi miracoli furono a lui attribuiti dai fedeli ortodossi tra i quali, nel 1357, la guarigione della moglie del Gran Khan mongolo Jani Beg che, secondo la tradizione popolare, per sdebitarsi, si astenne dal distruggere Mosca. Le sue reliquie furono riposte all'interno del Cremlino moscovita. Su tavola lignea intera, "scritta ad olio", vi è la raffigurazione di Alessio, ritratto a figura intera, eretto, in segno di rispetto, su una predella circolare; egli è rivestito da preziosi paramenti liturgici di derivazione ebraica (vesti dei sommi sacerdoti) e imperiale bizantina: lo stikarion verd'azzurro, chiuso ai polsi da preziosi bracciali d'oro; il sakkos rosso porpora con broderie damascata e foderato di raso giallo-oro; l'omophorion vescovile, ricadente sul petto, orlato di frange d'oro e con croce centrale; sul capo, circonfuso dal nimbo in foglia d'oro, il classico copricapo kukol ( o skuffia in greco) e), il cappello cilindrico col velo ricadente sul petto, proprio degli ieromonaci (i vescovi ortodossi provengono infatti dall'Ordine monastico); il velo di Alessio non è nero, ma splendidamente crisografato e ricamato con pietre preziose. Con la mano destra, ricoperta -in segno di rispetto- dalle frange dell'omophorion, tiene il bastone aureo vescovile che mostra sulla cima due serpenti che si fronteggiano ai lati di una piccola croce. Alessio, - lunga e fluente barba ricadente sul petto, carnagione bruna per il fervore di fede- ha gli occhi rivolti a destra, verso l'alto in mistica contemplazione del Cristo, che appare a mezzo busto fra le nubi; la sua mano sinistra è aperta in atto d'accettazione della preziosa tiara offertagli dal Cristo che, sfolgorante di luce in una mandorla raggiata di rosso e oro, gli mostra con la destra il Vangelo aperto. Lo sfondo, a due fasce di colori, divide l'icona; nella fascia in basso, marrone scuro, che simula un pavimento, si erge un altare rivestito da una preziosa tovaglia scarlatta a frange d'oro, che porta ricamati al centro i simboli della passione: croce ortodossa, lancia e canna con spugna, teschio e ossa incrociate (l'idea del cranio di Adamo sepolto sotto il Calvario fa parte della tradizione); sull'altare i simboli della cristianità, in luminosa crisografia: il Vangelo chiuso, il calice eucaristico ricoperto dal copricalice damascato e una piccola croce. La prospettiva inversa, secondo tradizione, sembra portare l'altare verso chi osserva. Oltre il nimbo, la denominazione di Alessio metropolita; nella mandorla rosso-oro intorno a Cristo i sacri digrammi: Gesù Cristo. L'icona è ricoperta da una riza in argento sbalzato e cesellato. Punzoni di Mosca 1840 N·D dell'ufficiale di saggio Nikolai Lukitsch Dubrovin attivo a Mosca dal 1822 al 1861; maestro argentiere SD Syemyen Dyemyentiev attivo a Mosca dal 1820 al 1861.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0