Pokrov. Pokrov

icona, post 1800 - ante 1850

La Vergine, in una mandorla d'oro, è avvolta nel maphorion rosso, circondata da due angeli e da una moltitudine di santi. Su di lei benedice, solenne, il Cristo Pantocrator. Nel registro inferiore spicca la figura di Sant'Andrea il Folle che indica al suo discepolo Epifanio l'apparizione della Vergine. A dx e a sx di Andrea il Folle è raffigurata la storia di uno dei maggiori innografi bizantini: san Romano il Melode. Al centro dell'icona, in piedi davanti a un prezioso ambone, san Romano; ritratti alla sua dx, il patriarca Macario e la corte imperiale dell'imperatore Leone e dell'imperatrice Zoe, incoronati e rivestiti di suntuose vesti.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA metallo argentato, sbalzato e cesellato
    tempera all'uovo su tavola
  • AMBITO CULTURALE Scuola Bielorussa Vecchi Credenti Di Vetka
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'icona "Pokrov" rappresenta l'immagine della più importante solennità mariana, dopo quella della Dormizione della Madre di Dio. Le prime icone con la raffigurazione del Pokrov risalgono alla metà del XII secolo e la loro comparsa è collegata al nome del principe di Vladimir Andrej Bogoljubskij, benché ci siano motivi per supporre che il principe abbia mutuato una tradizione già esistente a Kiev. La festa è celebrata il 1 ottobre ed è molto sentita dal popolo russo. Essa appartiene al novero delle feste che nacquero nella Chiesa russa e non esistono nel calendario liturgico di altri paesi ortodossi, ciononostante le fonti letterarie che sono alla base del soggetto sono di origine bizantina. Una di esse è la Vita di Andrea "folle per Cristo", santo di Costantinopoli vissuto nel X secolo. Secondo questa narrazione, durante l'assedio della capitale bizantina da parte dei saraceni a sant'Andrea, mentre pregavano nel tempio di Blacherne insieme al suo discepolo Epifanio, apparve la Madre di Dio. Era circondata da un cortei di santi. Quando il corteo raggiunse l'ambone, Andrea si rivolse al suo discepolo Epifanio mostrandogli l'apparizione miracolosa. Terminata la preghiera, la Vergine si avvicinò al santuario, stese il velo con le sue mani e ne coprì tutto il popolo che stava in chiesa. L'icona "Pokrov" (Protezione) ha dunque una composizione "sinottica" di quattro elementi, inseriti in una cornice dorata: la reliquia del velo della Vergine, la visione di sant'Andrea il Folle, il "miracolo abituale" e il miracolo di san Romano, che formano uno sfondo teologico da cui emerge l'idea centrale del Pokrov, cioè l'esperienza secolare della protezione della Vergine. Nel nostro esemplare, che proviene dalla scuola iconografica bielorussa dei Vecchi credenti (setta nata in seno alla Chiesa ortodossa durante lo scisma seguito alle riforme di Nikon nella seconda metà del XVII sec.) dell'isola di Vetka, all'interno dello spaccato del santuario di Blacherne (si noti la prospettiva, che permette di vedere sia l'esterno -il grande tempio a più cupole-, sia l'interno), la Vergine, in una mandorla d'oro, sospesa su rosee nubi, avvolta nel maphorion rosso, circondata da due angeli e da una moltitudine di santi, chini verso di lei, tiene fra le braccia alzate il velo che scende dai cieli e protegge l'assemblea. Su di lei benedice, solenne, il Cristo Pantocrator. Nel registro inferiore, fra le verdi navate del tempio spicca la figura seminuda di Sant'Andrea il Folle che indica al suo discepolo Epifanio l'apparizione della Vergine che, toltasi il velo scintillante e allargatolo con maestà, lo stende a protezione dell'umanità. A dx e a sx di Andrea il Folle è raffigurata la storia di uno dei maggiori innografi bizantini: san Romano il Melode. La tradizione narra che possedesse una voce sgraziata, finché la Vergine gli apparve facendogli il dono del canto: ecco, infatti, in basso, a sx per chi guarda, la Vergine che appare al capezzale di Romano ordinandogli di inghiottire un rotolo; eseguito il comando, miracolosamente il diacono ottiene il dono del canto e il genio della composizione, che userà per tutta la vita a lode della Vergine. Ecco, infatti, al centro dell'icona, in piedi davanti a un prezioso ambone, san Romano in veste diaconale rossa a ramages scuri e orlata da greche d'oro: egli sta cantando il suo celebre Kondakion di Natale, scritto sul cartiglio che tiene in mano: lo ascoltano, ammirati (ritratti alla sua dx) il patriarca Macario e la corte imperiale dell'imperatore Leone e dell'imperatrice Zoe, incoronati e rivestiti di suntuose vesti. L'icona spicca per il cromatismo dei suoi colori, per la crisografia, il graffito e le sottili incisioni nella foglia d'oro degli abiti e sull'ambone a forme di trono. La tavola è ricoperta da una ricchissima riza in metallo argentato, sbalzato e cesellato.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1800 - ante 1850

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE