Salita di Cristo al monte Calvario
La nona cappella è dedicata al quarto mistero doloroso del Rosario, la salita di Cristo al Calvario, e ospita le ventidue statue in terracotta a granezza naturale, dipinte a freddo. Dalle grate della finestra tripartita in facciata si possono osservare i diciannove personaggi, più due cavalli e un cane, eseguiti dalla bottega di Agostino Silva. Al centro è posto Gesù, in ginocchio, incoronato di spine, sofferente sotto il peso della croce. Vestito di rosso appoggia una mano su un sasso e con l'altra si aggrappa alla croce. Alle sue spalle un soldato lo percuote con un'alabarda per farlo rialzare, mentre un altro con un gozzo tira con entrambe le mani le corde che lo legano. Al gruppo centrale appartiene anche la Veronica che stringe tra le mani il telo con cui ha asciugato il volto di Cristo. Dietro di lei si vedono le tre pie donne straziate dal dolore e il giovane Giovanni. Sulla parete di fondo si stagliano due personaggi a cavallo, elegantemente vestiti. Un ulteriore gruppo scultoreo è costituito dai due ladroni condannati a morte con Gesù, legati con le mani dietro la schiena e sospinti da un aguzzino che li minaccia con alcune verghe cosparse di spine. Li segue un giovane con un cane al guinzaglio. La scena si conclude con un soldato che fa l'elemosina ad un mendicante.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO gruppo scultoreo
-
MATERIA E TECNICA
terracotta/ pittura
-
ATTRIBUZIONI
Silva, Agostino (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Ossuccio - complesso
- INDIRIZZO Viale del Santuario, Ossuccio (CO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La nona cappella è dedicata al quarto mistero doloroso del Rosario e l'apparato decorativo interno rappresenta la salita di Cristo al Calvario. La cappella, dall'impianto planimetrico semplice e regolare, fu edificata tra il 1663 e il 1667. I lavori per la sua realizzazione furono pagati da Andrea Cetti di Lenno, uno dei più celebri zecchieri dell'imperatore Leopoldo di Germania. La nona cappella, dunque, testimonia l'importanza e la portata dell'immigrazione lombarda seicentesca e i forti legami che gli immigrati mantenevano con i luoghi di provenienza. Andrea Cetti, infatti, fece edificare al Sacro Monte di Ossuccio ben tre cappelle, e di lui permangono ancora oggi numerose testimonianze archivistiche e artistiche. A lui, ad esempio, è dedicato il ritratto seicentesco che lo raffigura a mezzo busto, conservato all'interno del Santuario, probabile segno evidente della riconoscenza dei frati nei suoi confronti. A lui, comunque, fu riconosciuto il permesso di inserire sopra l'ingresso della cappella il proprio stemma nobiliare, caratterizzato dalla presenza di un cimiero piumato nella parte sommitale, un'aquila nella parte superiore dello scudo e un leone rampante con un'accetta nel registro inferiore. Lo stemma fu scolpito, come gli altri due elementi araldici di Andrea Cetti, da Giovanni Battista Bianchi, che nel 1665 dichiarò di aver ricevuto per il lavoro 154 lire e 15 soldi. Per realizzare le decorazioni e le sculture interne alla cappella fu chiamato, ancora una volta, Agostino Silva, che il primo agosto 1665 ricevette un acconto per "diverse fatiche" eseguite nel cantiere di Ossuccio. Le affinità stilistiche degli affreschi di questa cappella con gli altri presenti nel Sacro Monte e le datazioni certe riguardanti la sua architettura e le sculture ivi conservate, suggeriscono che ad operare con la tecnica dell'affresco sia stato nella nona cappella Carlo Gaffuri, che quindi vi avrebbe operato intorno alla seconda metà degli anni sessanta del XVII secolo. Dopo anni di difficoltà in questi ultimi due decenni, anche per questa cappella, ha avuto inizio un progetto di valorizzazione culturale del Sacro Monte, di cui l'inserimento nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO, avvenuto nel 2003, costituisce tappa fondamentale. All'interno dell'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale "Magistri Comacini", sottoscritto da Provincia di Como (soggetto capofila), Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e numerosi altri partner che operano sul territorio, è stato redatto uno studio sul piano di gestione del complesso del Sacro Monte e alla definizione degli interventi prioritari. Tra questi sono segnalati quelli necessari al pieno recupero e restauro della quattordicesima cappella, sulla quale si spera di poter operare nei prossimi anni.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0