Crocifissione di Cristo
Cinquantadue statue in terracotta, dipinte a freddo, affollano l'interno della decima cappella, la più ampia e scenografica del Sacro Monte di Varese. L'allestimento e l'esecuzione delle sculture, dedicata alla Crocifissione, è opera dello scultore Dionigi Bussola e della sua bottega, eseguite tra il 1661 e il 1668. Di forte impatto emotivo è il Cristo dalla vibrante muscolatura, issato su un'altissima croce lignea, cui è appoggiata una scala. La folla si agita concentricamente attorno alla croce, e tra di essa si individuano in particolare alcuni nuclei magistralmente plasmati, come le Pie donne e i ladroni. Delle cinquantadue sculture nove sono animali, e tra questi in particolare i maestosi e possenti cavalli colpiscono i visitatori per la resa plastica e il dinamismo.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO gruppo scultoreo
-
MATERIA E TECNICA
terracotta/ pittura
-
ATTRIBUZIONI
Bussola, Dionigi (1612-1687)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Varese - complesso
- INDIRIZZO Via del Santuario, Varese (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La decima cappella, dedicata alla Crocifissione di Cristo, quinto mistero doloroso del Rosario, risulta ultimata nel 1623, ma ancora dopo il 1683 si intervenne per il risolvere un problema legato alla facciata. In origine infatti non era prevista la scalinata perpendicolare al prospetto principale, che venne realizzata per ovviare all'inconveniente dato dall'esistenza di un unico alto gradone, enza il quale non si poteva superare il dislivello tra il piano del viale e quello del pronao. Per quanto riguarda l'apparato scultoreo, solo negli anni sessanta del Seicento si procedette all'esecuzione e alla messa in opera delle cinquantadue statue, da parte di Dionigi Bussola e della sua bottega, all'interno della quale lavorava anche lo scultore Carlo Antonio Bono, autore della statua in pietra di San Carlo sull'omonimo arco, all'interno del complesso varesino. La scelta di Bussola all'interno del cantiere fu piuttosto significativa: si era infatti deciso di affidarsi a colui che dagli anni sessanta alla morte, avvenuta nel 1687, lavorò presso i Sacri Monti di Varallo, Varese, Orta e Domodossola, senza mai abbandonare il ruolo di protostatuario presso la veneranda fabbrica del duomo di Milano e presso la certosa di Pavia. Gli affreschi furono eseguiti da Antonio Busca, che li firmò, nel 1668. Un intervento di Poloni negli anni 1926-1928 interessò la ridipintura di alcune parti delle pareti. Nel 1985 è stato eseguito un accurato restauro della cappella volto al recupero, dove possibile, della decorazione pittorica originaria. Nel corso di questo intervento la cappella è stata dotata di un impianto di illuminazione attivabile dall'esterno. Nel 2003 l'intero Sacro Monte di Varese è stato riconosciuto dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ai complessi piemontesi di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, e a quello lombardo di Ossuccio.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0