NATIVITA' DI GESU'

dipinto, ca. 1545 - ca. 1545

In prima piano la Madonna inginocchiata adora Gesù Bambino adagiato per terra sul manto; sulla sinistra, in secondo piano, S. Giuseppe seduto volge la testa verso due pastori in piedi alle sue spalle; all'estrema sinistra si vedono il bue accovacciato e la testa dell'asino; in alto, al centro, tre angioletti svolazzanti reggono un cartiglio con note musicali. La scena si svolge davanti ad un'architettura classicheggiante diroccata, che a destra lascia intravedere un paesaggio agreste con altre architetture.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Romani, Girolamo Detto Romanino (1484/1487-1560)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civici Musei d'Arte e Storia Brescia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Giulia
  • INDIRIZZO Via dei Musei 81, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Intorno al 1545, all'età di circa sessant'anni, il pittore bresciano Girolamo Romanino dipinse questa Natività. La grande tela ornava una cappella laterale della chiesa di S. Giuseppe a Brescia, all'epoca intitolata all'Immacolata Concezione. Questo particolare tema influisce profondamente sulla composizione del dipinto, determinando molte delle scelte compiute dal pittore. Romanino in effetti presenta la scena della Natività inserendo diversi elementi che suggeriscono la purezza della Vergine Maria. In particolare, il pittore riserva ampio spazio alla rappresentazione del manto della Madonna, il cui colore bianco perla ha un chiaro significato simbolico e che occupa buona parte della zona inferiore del dipinto, del quale è in un certo senso il vero protagonista. In questa fase della sua vita, del resto, Romanino mostra una grande attenzione per il colore luminoso e cangiante, probabilmente influenzato dalle ricerche condotte da Savoldo: il dipinto si costruisce quindi sul contrasto tra la penombra dorata del tramonto e il colore chiaro e argenteo del primo piano. L'artista ambienta la scena fra le rovine di un antico edificio, secondo una tradizione figurativa molto diffusa arricchendola di numerosi dettagli. Nello sfondo, infatti, si nota la sagoma di un palazzo in costruzione, forse la Loggia di Brescia, edificio vicino alla chiesa di S. Giuseppe terminata proprio negli anni in cui Romanino dipinge questa tela. Sulla sinistra i due pastori raffigurano probabilmente i Frati minori osservanti, risiedenti nella chiesa di S. Giuseppe. Le due figure si rivolgono a S. Giuseppe per chiedere spiegazioni, con un atteggiamento confidenziale, appoggiando la mano sulla sua spalla e instaurando in questo modo un intenso colloquio emotivo che coinvolge chi osserva il dipinto. Il santo si gira per indicare il Bambino adagiato su un lembo del manto della madre. Sopra la capanna tre angeli in volo reggono un cartiglio con note musicali. Sopra i pastori, sull'imposta dell'arco, si scorge una civetta che preannuncia il sacrificio salvifico di Cristo: tradizionalmente infatti questo uccello notturno, che vive al buio, è considerato simbolo di Cristo che affronta le tenebre della morte per salvare l'umanità.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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