Angelo
dipinto,
1501 - 1501
Sanzio, Raffaello (1483-1520)
1483-1520
L'angelo è raffigurato a mezzo busto, in posizione frontale, con il viso rivolto a destra. A sinistra in alto, in primo piano, si scorge parte di un libro e sullo sfondo un pilastro modanato. La figura indossa una veste chiara, dall'orlo finemente decorato e arricchita da un fisciù verde; sulla spalla sinistra è poggiato un manto rosso.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Sanzio, Raffaello (1483-1520)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civici Musei d'Arte e Storia Brescia. Collezione Tosio
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Giulia
- INDIRIZZO Via dei Musei 81, Brescia (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto compare sul mercato antiquario fiorentino nel 1821, descritto come Ritratto di giovane eseguito da Raffaello Sanzio. Acquistato da Paolo Tosio con il certificato di autenticità dell'Accademia fiorentina, grazie all'interessamento di Teodoro Lechi, da allora affianca il Cristo benedicente, l'altra opera di Raffaello già nelle collezioni del conte Tosio. Ma perché il piccolo quadro viene identificato inizialmente come Ritratto di giovane? Sebbene sia facile riconoscere oggi la figura di un angelo, anche se frammentario, connotato dal bel volto leggermente reclinato, il profilo regolare e i boccoli descritti a punta di pennello, nonché dall'attacco delle ali, tutte le parti che denunciavano il suo stato di frammento erano state ricoperte con uno spesso strato di vernice scura per poter vendere il dipinto come opera "autonoma". Così manomessa l'opera è acquistata dal conte Tosio, per entrare verso la metà dell'Ottocento nelle collezioni civiche bresciane. Solo nel 1912 Oskar Fischel, profondo conoscitore di Raffaello, individua nel Ritratto il volto del primo angelo a sinistra della pala con L'incoronazione di S. Nicola da Tolentino dipinta per la chiesa di S. Agostino a Città di Castello. Sottoposto a restauro e alla contestuale rimozione della vernice nera dal fondo, la figura ha rivelato la presenza dell'ala e di altri elementi pertinenti alla composizione originaria. Fortemente danneggiata in seguito al terremoto che nel 1789 distrugge la chiesa umbra, la pala era nota come "pala Baronci" dal nome di colui che nel Cinquecento la commissiona ad Evangelista da Pian di Meleto, maestro operoso in Urbino, e al diciassettenne Raffaello, per decorare una cappella all'interno della chiesa. Dopo il terremoto, le parti meno danneggiate, regolarizzate nella forma e ridotte nelle dimensioni, sono trasferite a Roma per volontà del papa Pio VI. Conservate per qualche tempo nell'appartamento papale in Vaticano, successivamente i frammenti risultano dispersi tra la chiesa di S. Luigi dei Francesi, il mercato antiquario e la collezione dei Borbone a Napoli. La tavola bresciana rappresenta un tassello fondamentale per la ricostruzione dell'attività dell'Urbinate in quanto si tratta della sua prima opera documentata: seppur associato ad Evangelista da Pian di Meleto che firma il contratto, nei documenti relativi alla commissione Raffaello è definito "magister". Dopo il terremoto, un modesto pittore di nome Ermenegildo Costantini esegue una copia parziale della pala (relativa alla sola la parte inferiore) tuttora conservata nella Pinacoteca di Città di Castello, affinché nella chiesa rimanesse memoria dell'opera originale. Proprio il confronto con quest'ultima ha permesso a Fischel di identificare l'Angelo in esame e riconoscerne un altro, quando a Parigi nel 1986, a Silvie Béguin si presentò l'occasione di acquistare per il Louvre un "Ritratto di giovane" con caratteristiche simili al ritratto acquistato dal conte Tosio.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0