Flautista. Giovane gentiluomo con flauto
dipinto,
ca. 1525 - ca. 1525
Savoldo, Giovanni Girolamo (1480/1485 Circa - 1548 Post)
1480/1485 circa - 1548 post
Al centro della scena, un giovane uomo è raffigurato a mezzo busto e posto di tre quarti mentre volge il viso allo spettatore. L'uomo, che indossa un copricapo nero, una veste nera dalla quale sporgono i lembi di una camicia bianca e un mantello orlato di pelliccia, è seduto davanti ad un piccolo tavolo su cui è aperto un libro con notazioni musicali e nelle mani tiene un flauto di legno; alle sue spalle, sulla parete della stanza, in alto a sinistra è appeso uno spartito e a destra si apre una nicchia con due libri chiusi e un calamaio.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Savoldo, Giovanni Girolamo (1480/1485 Circa - 1548 Post)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civici Musei d'Arte e Storia Brescia. Collezione Richelieu Collezione Amherst Collezione Contini Bonaccossi Collezione Sharp Unicredit Art Collection
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Giulia
- INDIRIZZO Via dei Musei 81, Brescia (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela compare per la prima volta nella collezione del cardinale Richelieu nella prima metà del XVII secolo. Come documentato nell'inventario, alla morte del prelato l'opera è assegnata alla nipote e probabilmente ben presto venduta, come la maggior parte delle opere d'arte da lei ereditate. Il dipinto ricompare solo nel 1894 in occasione della mostra degli Old Masters provenienti dalle collezioni private britanniche, allestita presso la Royal Academy di Londra, con la corretta attribuzione a Savoldo e non a Giorgione, come riportava invece l'etichetta fino ad allora apposta sulla cornice. Il quadro apparteneva allora a lord William Archer, terzo Earl of Amherst (1836-1910) al quale perviene attraverso la collezione di famiglia probabilmente avviata dal diplomatico William Pitt Amherst, primo Earl of Arracan (1773-1857) e arricchita dal figlio di questi, William Pitt jr (18028-1886). Prima di approdare presso la Pinacoteca Tosio Martinengo come deposito della Banca Popolare di Brescia e poi di Unicredit Group, la tela ha avuto diversi passaggi di proprietà. Fin dalla sua comparsa all'esposizione londinese del 1894, il Flautista si impone gradualmente come uno dei capolavori del pittore bresciano Giovanni Girolamo Savoldo, distinguendosi per la funzione dominante, coordinatrice e compositiva assunta dal luminismo savoldesco: le implicazioni precaraveggesche e la concezione straordinariamente moderna sembrano infatti preludere al Suonatore di liuto di Caravaggio. Evidenti sono anche i rapporti con la ritrattistica di Lotto, soprattutto in virtù dell'ineffabilità psicologica affiorante nello sguardo del protagonista, sottilmente ambiguo tra la tacita intesa con l'osservatore e il distacco di una solitaria meditazione. La consonanza con i ritratti lotteschi, anche di formato orizzontale, eseguiti in coincidenza con il rientro del pittore a Venezia nel 1525, appare probante per la datazione del Flautista. L'esecuzione della tela risalirebbe quindi al secondo soggiorno a Venezia di Savoldo, iniziato attorno al 1521. Secondo la critica più recente, le annotazioni leggibili sui due spartiti si rapporterebbero all'esecuzione, secondo una pratica allora diffusa, di un brano in origine destinato al canto a più voci. La firma del pittore, apposta tra i righi dello spartito fissato alla parete, indicherebbe come il musico assente, atteso quale più anziano maestro e amico, sia da identificare con Savoldo stesso. Il Flautista si rapporta del resto alla moda del ritratto allegorico di tema musicale, diffusasi in Veneto tra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento, in consonanza con la letteratura del tempo, esemplata al meglio dai notissimi Asolani di Pietro Bembo, dove la musica e la poesia concorrono all' "amoroso pensiero".
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0