Pietà

dipinto, post 1512 - ante 1520

Cristo è seduto su una sarcofago marmoreo dalla sagoma essenziale decorata unicamente da un profilo modanato, ai lati ci sono S. Giovanni che gli stinge la mano e la Madonna che appoggia il capo a quello di Gesù. La composizione è completata da una incorniciatura architettonica composta da due colonne grigie con plinti e capitelli compositi giallo ocra che sostengono un architrave liscio. Le figure sono legate fra loro da un complesso gioco di geometrie formate dalle vesti, dal perizoma che avvolge i fianchi di Cristo, dalle braccia e dalle gambe delle figure. La cromia, dalla consistenza perlacea, si basa su una prevalenza di grigi sui quali la luce si distribuisce a rilevare dettagli anatomici e fisionomie. Nella veste di S. Giovanni si arricchisce di un rosa intenso, con lumeggiature bianche che sottolineano il panneggio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Melone, Altobello (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Francesco
  • INDIRIZZO Via S. Francesco, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco, staccato e riportato su tela, proviene da una casa privata situata in contrada del Carmine e viene donato alla chiesa di S. Francesco da Giovanni Battista Bertoni nel 1919. Questi dati erano illustrati da un'iscrizione, ora non più visibile, ma documentata da foto d'epoca, che si trovava nella parte bassa del dipinto. Pubblicato per la prima volta alla fine degli anni trenta del Novecento, è ascritto ad un autore operante nella cerchia di Girolamo Romanino. Le indubbie analogie stilistiche con le opere di quest'ultimo artista hanno orientato la critica nelle attribuzioni successive, che hanno coinvolto oltre allo stesso Romanino, artisti a lui vicini come Francesco Prata da Caravaggio e Altobello Melone. Proprio quest'ultimo riferimento di paternità sembra trovare concorde la storiografia più recente, che individua nella Pietà di S. Francesco quei forti legami con Bramantino e Zenale caratterizzanti le opere note del pittore cremonese. L'opera è databile a secondo decennio del XVI secolo anche alla luce di un confronto con un affresco di soggetto analogo conservato nella chiesa di S. Maria Annunciata a Nave e datato 1512 che mostra i medesimi tratti stilistici.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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