Decorazione plastico pittorica del finto coro. Candelabre

decorazione plastica/ dipinto, post 1482 - ante 1486

Il finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro è contraddistinto, nella parte inferiore, dal prosieguo illusionistico della navata centrale con pilastri, archi, trabeazione e un ordine minore che simula in scorcio la presenza di navate laterali. Fa da fondale, sotto la lunetta, una parete scandita ai lati da due nicchie decorate da un motivo a valva di conchiglia, alla quale poggia il più recente altare che incornicia l'affresco miracoloso della Vergine con il Bambino. Nel finto coro la trabeazione in cotto, i capitelli dei pilastri in stucco come anche gli elementi dell'ordine minore e le conchiglie delle nicchie del fondale, benché deformati per favorire l'inganno prospettico, riproducono fedelmente composizione e ornato dei medesimi elementi reali che decorano le navate e il transetto della chiesa.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO decorazione plastica/ dipinto
  • MATERIA E TECNICA stucco/ incisione
    stucco/ intaglio
    stucco/ modellatura a stampo
    stucco
    stucco/ doratura
    stucco/ pittura
    TERRACOTTA
    terracotta/ modellatura
    terracotta/ pittura
    terracotta/ stampo
  • ATTRIBUZIONI Bramante, Donato (1444-1514)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria presso S. Satiro
  • INDIRIZZO Via Torino, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu progettato e verosimilmente realizzato da Donato Bramante contemporaneamente all'intera costruzione dell'edificio, dunque nel giro di anni fra il 1482 e il 1486. Infatti la struttura della finta prospettiva simula un prolungamento della navata centrale con la presenza di tre campate, con pilastri e archi, e suggerisce l'esistenza di navate minori laterali per mezzo di un ordine minore: tutto ciò poteva essere stato pensato solo contemporaneamente alla progettazione e realizzazione di quelle che sono le reali navate della chiesa. Per l'apparato decorativo del finto coro non è stata ritrovata documentazione specifica ma si può immaginare che gli artisti emersi dai contratti per l'ornamentazione delle altre parti della chiesa, come la cupola, le navate, il transetto, le volte e la sacrestia, si siano occupati, sotto il diretto controllo di Bramante, anche della realizzazione di questa decorazione. Ricordiamo che per l'apparato plastico i nomi emersi dai contratti sono quelli di Agostino Fonduli, Giovanni Battagio e Gabriele Battagio, mentre per l'apparato pittorico quelli di Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi, Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno, Antonio Raimondi e Antonio da Pandino. Numerose campagne di restauro eseguite tra il XVII e il XX secolo hanno modificato notevolmente l'assetto decorativo originario della chiesa. Per quando concerne il finto coro sappiamo nello specifico che già nel 1693 venne attuato un rinnovamento della zona presbiteriale con la costruzione di un nuovo altare, di una nuova cornice per l'affresco votivo e di una nuova balaustra. Probabilmente in quell'occasione si procedette a restaurare anche lo sfondo prospettico fortemente deteriorato come riportano le visite pastorali del 1611 e del 1689. Lavori più radicali vennero però attuati fra il 1819 e il 1820 con il rifacimento della parte inferiore del finto coro e la costruzione di un nuovo altare. Per far fronte al fenomeno dell'umidità di risalita fu infatti realizzata un'intercapedine che isolasse gli intonaci dalla muratura. Ciò comportò, per evitare alterazioni nei piani prospettici, un assottigliamento del paramento murario e anche il conseguente rifacimento dei capitelli, delle cornici e della trabeazione. Per quanto riguarda gli intonaci e le decorazioni venne affidato al pittore Gaetano Vaccani nel 1819 l'incarico di un loro ripristino. Nello stesso anno il pittore Agostino Comerio rappresentò il Miracolo della Beata Vergine pugnalata da Massanzio nella grande lunetta che andò a sostituisce una rappresentazione più antica con Dio padre circondato da angeli. Nel 1820 si costruì il nuovo altare su progetto dell'architetto Felice Pizzagalli che fornì una nuova incorniciatura all'affresco duecentesco della Vergine con il Bambino. Negli anni 1937 e 1938 vennero attuati altri importanti lavori di restauro e consolidamento realizzati dall'architetto Gino Chierici. Si procedette infatti con opere di sottofondazione dell'intera parete, di cucitura delle lesioni e di ispessimento della muratura nella zona centrale del finto coro con lo spostamento dell'affresco della Vergine con il Bambino verso l'interno della chiesa di circa 20 cm. Contemporaneamente furono rinnovati gli intonaci e restaurate le decorazioni a candelabra delle lesene a opera del pittore Romildo Scaramuzza. Dopo altri interventi nel Dopoguerra agli intonaci, fra il 1983 e il 1992 è stata avviata una nuova campagna di restauro che ha portato a operazioni di pulizia e consolidamento e con la quale si è cercato di mantenere memoria, laddove possibile, anche dei vari restauri passati.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Bramante, Donato (1444-1514)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1482 - ante 1486

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'