ritratto del marchese Alessandro Rondinini
busto,
ca. 1669 - ca. 1675
Guidi Domenico (1625/ 1701)
1625/ 1701
ritratto
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO busto
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MATERIA E TECNICA
marmo bianco/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Guidi Domenico (1625/ 1701)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia Carrara. Fondo Zeri
- LOCALIZZAZIONE Accademia Carrara
- INDIRIZZO Piazza Giacomo Carrara, Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Abbigliato con un mantello drappeggiato sotto cui si intravede un giubbetto con bottoni concluso da un grande colletto bianco, l'effigiato non presenta il tipico abito da prelato, come invece indicherebbe l'iscrizione presente sul peduccio che, come rilevò per primo Pope-Hennessy (1974, p. 42), doveva essere di un altro busto. È possibile che in origine fosse il basamento del "Ritratto di Paolo Emilio Zacchia", comunemente attribuito ad Alessandro Algardi. Partendo dalla lettura di un manoscritto di F. Baldinucci conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze (F. Baldinucci, marmi e altri, Memorie di pittori, scultori e architetti, manoscritto, cod. II, 11, 110, f. 55), U. Schlegel propose di identificare il personaggio ritratto con Alessandro Rondinini. Felice Zacchia, vedova del Rondinini, commissionò allo scultore carrarese Domenico Guidi, allievo prediletto di Alessandro Algardi, un gruppo di cinque busti (i tre cardinali di famiglia -Paolo Emilio e Laudivio Zacchia e Paolo Emilio Rondinini-, il proprio e quello del marito Alessandro) da destinare al progetto, mai portato a compimento, della cappella di famiglia in Santa Maria della Concezione ai Monti a Roma. Rimasto presso i Rondini fino all'inizio del Novecento, il busto venne successivamente offerto in vendita al Museo di Berlino insieme al "Laudivio Zacchia" di Algardi di cui veniva considerato il pendant. Negli anni Venti, ancora sul mercato antiquario romano, venne pubblicato da F. Schottmuller (1923, p. XX) con un'incerta attribuzione all'Algardi. Fu A. Nava Cellini (1964) a restituirlo al vero autore, Domenico Guidi. Benché non si conosca la data precisa dell'incarico della marchesa Zacchia al Guidi, è possibile ipotizzare una datazione ai primi anni del soggiorno romano dello scultore (Guidi lasciò Napoli nel 1649 e raggiunse immediatamente Roma dove divenne ben presto il più prezioso collaboratore dell'Algardi). Difatti, gli evidenti riferimenti allo stile dell'Algardi fanno pensare ad una realizzazione appena dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1654 ("Il conoscitore d'arte...", 1989, pp. 36-37).
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302169590
- ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia Carrara
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0