Vedette di scorta ai convogli - in missione di guerra col R. Incrociatore Bari
disegno,
1941 - 1941
Casadei, Maceo (1899-1992)
1899-1992
matita nera, acquerello e tracce d'inchiostro di china su carta, incollata su cartoncino
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ matita nera/ acquerello/ inchiostro di china
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ATTRIBUZIONI
Casadei, Maceo (1899-1992)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Quando nel 1940 l'Italia entrò in guerra a fianco della Germania, Maceo Casadei partì come volontario con il "reparto guerra", in qualità di pittore e fotoreporter per l'Istituto Nazionale Luce, con l'obbiettivo di documentare le operazioni belliche delle truppe italiane. Nelle sue memorie, scritte tra il 1950 e il 1960, l'artista forlivese racconta dettagliatamente tutti i momenti del conflitto a cui prese parte e offre un minuzioso resoconto della sua attività e dei suoi spostamenti. Delle sue esperienze si ha testimonianza nelle circa 6000 fotografie scattate e nelle oltre 400 "impressioni" realizzate in dipinti e disegni. Dopo alcune missioni nei mari italiani, e avendo girovagato in largo e in lungo per la penisola, nell'ottobre del 1941 Maceo si sposta in Africa settentrionale. Cosi scrive: "mi venne il desiderio di recarmi sui fronti in terra Africana, sicuro di poter raccogliere un maggior materiale di guerra, ed un diverso 'color locale' [¿] Dopo Tripoli, El Adem e Tobruk, ci dirigemmo a Bir-El-Gobi per riprendere le ultime fasi di una crudele battaglia"(A. Imbellone, Maceo:anni Romani, 1934-1944, Cinisello Balsamo,p. 34). Nella primavera del 1942, dopo il passaggio da Dumini e Tauorga, Maceo chiese e ottenne il permesso di far ritorno a Roma, e tra il maggio e il giugno dello stesso anno allestisce alle Terme di Roma la sua prima personale di guerra, presentando una quarantina di opere. Dal 30 settembre al 12 ottobre del 1942, invece, la Galleria milanese del Milione ospitò la seconda mostra di guerra di Maceo, questa volta formata da soli disegni e guazzi, per un totale di 32 fogli. Nel testo introduttivo alla mostra, firmato da Attilio Crespi, il critico sottolinea l'altissima capacità raggiunta dall'artista forlivese a far luce e inquadrare le scene, raccogliendo gesti e atteggiamenti attraverso una schietta emotività. Lo stesso Maceo ricorda nelle sue memorie manoscritte, il grande successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra e la triste chiusura a causa del primo bombardamento aereo su Milano. Di questi disegni, secondo le parole dell'artista, 28 furono venduti: 8 acquistati da privati, 5 dal Museo del Rinascimento di Milano e la rimanenza dal comune del capoluogo lombardo e destinati alle Raccolte Bertarelli. A questi 15 fogli, oggi conservati all'interno del Civico Gabinetto di Disegni (invv. 1949/1 C 202/1 - 1949/15 C 202/15), si è aggiunto un altro nucleo donato dal pittore intorno agli inizi degli anni Sessanta. Essi comprendono alcune opere eseguite come le precedenti durante la campagna in Africa (invv. Agg. 239; 70; 228; 229; 234), e altri disegni datati al 1918, al 1943 e al 1944 (invv. Agg. 68-71; 228-238). I disegni di guerra di Maceo Casadei realizzati tra il 1941 e il 1942 si distaccano, nella maggior parte dei casi, dal tipico filone documentario per un carattere di sintetica immediatezza e vibrazione lirica del colore. Il mutare rapido della scena costringe l'artista a immortalare il gemito della raffigurazione tramite tratti veloci di inchiostro di china e linee spezzate in supporti cartacei, alcuni dei quali di fortuna: pagine di protocollo stampato, fogli di taccuino o di diario. Così scrisse "fotografo e disegno scarabocchiando fogli su fogli di carta d'ogni tipo e colore" (Ivi.). Attraverso il filtro del suo sguardo Maceo concentra il dramma della guerra in una rappresentazione piena di dinamicità, dove il dolore non è raffigurato attraverso le figure, che risultano schematiche e abbozzate, ma in una resa violenta del conflitto armato. Attraverso un tratto veloce e schizzato con variazioni delicate di colore diluito, la guerra è tratteggiata in lontananza con i soldati in corteo tra le sterminate dune del deserto o all'interno di buche scavate nella terra; tra i mari in mezzo agli scontri navali o nei campi di battaglia tra i carri armati. Oltre a ciò Casadei realizza alcuni splendidi paesaggi di deserto inserendo in alcuni casi non solo i cortei delle truppe militari, ma anche piccole figurine schizzate o accampamenti di beduini. Inoltre, con l'intento di offrire il ricordo di quei terribili ma avventurosi momenti, ogni foglio è contraddistinto, oltre che da data e firma, dalla presenza di note autografe con il quale l'artista. Questo foglio si distacca dagli altri disegni dello stesso nucleo, per un diverso modo di concepire la composizione. Al centro della scena capeggiano tre guardie di vedetta che osservano l'orizzonte da una barca. Il disegno di fondo, che delimita sommariamente le figure, è eseguito mediante tratti veloci di matita nera. Perlacei colori acquerellati, invece, rivestono il cielo nuvoloso e si contrappongono alle pennellate più corpose, dai colori grigliasti e terrosi, che definiscono le vesti dei militari. Eseguito prima della sua partenza in Africa settentrionale, il disegno mostra alcuni militari appartenenti alla Scuola dei Cadetti di Marina nel corso di un'esercitazione sulle coste pugliesi, alla ricerca di navi e sommergibili nemici.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302160825
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0