divano - ambito lombardo-veneto (sec. XIX)
divano
ca. 1830 - ca. 1850
Divano in legno di noce con motivi vegetali eseguiti ad intaglio. La struttura poggia a terra per mezzo di quatto gambe terminanti a ricciolo. Seduta, schienale e braccioli imbottiti, arrovesciati verso l'esterno e terminanti in volute, sono rivestiti da un tessuto a fiori non pertinente.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO divano
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MATERIA E TECNICA
legno di noce/ sagomatura/ modanatura/ intaglio
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo-veneto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia di Belle Arti Tadini
- LOCALIZZAZIONE Accademia di Belle Arti Tadini
- INDIRIZZO Via Tadini, 40, Lovere (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il divano in esame, realizzati in "stile Luigi Filippo", ricorda vagamento il modello "a ventaglio" rococò, così chiamato per la forma caratteristica dello schienale imbottito che dalle estremità si innalzava verso il centro. La stilizzazione sia del motivo ornamentale che dell'intaglio inducono a datare il manufatto alla metà dell'Ottocento. Sotto il nome di Luigi Filippo d'Orlèans, viene indicato non solo il periodo del suo regno (1830-1848), ma anche un'epoca fortemente caratterizzata socialmente ed artisticamente. Per ciò che riguarda l'arredamento, si può dire che il ciclo Neoclassico, nato con lo "stile Luigi XVI", raggiunse la sua massima espressione con l'Impero e cominciò ad esaurirsi proprio con il "Luigi Filippo". Con l'avvento di tale stile, infatti, si abbandonarono le istanze di magnificenza e fasto imperiale tipiche del periodo napoleonico per privilegiare un interesse rivolto alle esigenze e al gusto di un più vasto strato sociale. Il "Luigi Filippo", grazie anche alla politica del sovrano, si può senza dubbio definire lo stile degli industriali borghesi che segnò l'evoluzione artistica in atto in Francia nella prima metà dell'Ottocento: all'aristocrazia si andava sostituendo la borghesia, e di conseguenza gli arredi non erano più quelli aulici e di rappresentanza dei grandi palazzi ma i pratici e funzionali mobili della borghesia. Nella creazione degli arredi non ci si preoccupava solo di ricreare e simulare un certo sfarzo nobiliare, ma di perseguire finalità come funzionalità, comodità e gusto del pratico. Nello "stile Luigi Filippo" ci fu anche un generale scadimento nella qualità dei prodotti, dovuto al processo di industrializzazione. Tornarono di moda materiali lignei a tinta scura, come il noce e il mogano. Negli arredi si rividero stilemi tipici del Settecento uniti alle novità dei nuovi tempi: a elementi floreali e a rocaille si abbinarono l'uso di parti tortili, soprattutto nelle traverse, nei piedi o posizionate in forma di colonnette in ogni dove. Se il primo decennio fu per certi versi omologo alla produzione dello "stile Luigi XV", nel ventennio successivo, che mostrò evidenti segnali di stilizzazione, le nervature diventarono piatte e l'intaglio più corsivo fino a divenire estremamente seriale intorno agli anni Sessanta del secolo.\nS. Fracassetti\n\nLa scheda è stata corretta in quanto, per errore, erano stati individuati due divani, con i nn. 235-236, laddove il divano fa invece gruppo con i nn. M 234 e M 235, che sono due sedie in stile Luigi Filippo. \nM. Albertario
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302132723
- ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia di Belle Arti Tadini
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0