Pianta e sezione del tempio di Venere e Roma a Roma

disegno, post 1582 - ante 1621

disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite è eseguito con inchiostro bruno a penna utilizzando tiralinee, compasso e mano libera nelle parti ornamentali; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro bruno; campiture di acquerello beige nello spessore delle murature; il supporto sul quale è tracciato è di carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite/ inchiostro a penna/ acquerellatura/ acquerello
  • ATTRIBUZIONI Montano, Giovanni Battista (e Aiuti)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione del disegno a Giovanni Battista Montano fatta da Valeria Pracchi (1991, 2a parte, p. 19) su segnalazione di Anna Bedon, è confermata dalla Fairbairn (1998, cat. 1081, pp. 644-645). Il disegno raffigura la pianta e la sezione longitudinale del tempi di Venere e Roma, conosciuto anche come Tempio del Sole e della Luna. Il tempio, inaugurato nel 141 d.C. dal successore di Adriano, l'imperatore Antonino Pio, fu eretto sul luogo in cui sorgeva il vestibolo della Domus Aurea, di cui mantenne l'orientamento e riutilizzò in parte le fondazioni. La pianta mostra due celle contrapposte, una per ciascuna divinità, con l'abside tangente, entrambe precedute da un pronao esastilo su pilastri, quattro dei quali hanno colonne addossate. La parete e scavata da nicchie rettangolari poco profonde inquadrate da colonne libere; altre quattro colonne di ordine maggiore, sono poste a sorreggere il grande arco di controfacciata e quello dell'abside. Negli spazi di risulta tra le absidi sono inserite delle scale. La sezione longitudinale restituisce un interno scandito dalle colonne su basamento continuo, che reggono una trabeazione aggettante in corrispondenza dei capitelli, che funge da piedistallo alle statue. Queste sono tangenti alla trabeazione di imposta della grande volta a botte cassettonata a lacunari e del catino a cassettoni incrociati dell'abside, ancora visibili nei resti esistenti del tempio. Negli intercolumni trovano posto le nicchie su mensole con timpani triangolari e curvilinei alternati. Una versione alternativa del tempio è delineata nel foglio conservato a Londra (Sir John Soane's Museum, in Fairbairn 1998, cat. 1081), con l'aggiunta del mezzo prospetto e mezza sezione trasversale oltre che dei dettagli dei capitelli. Le differenze del disegno londinese sono individuabili nella scelta delle colonne nel pronao in luogo dei pilastri, nella soluzione della controfacciata absidata (rettilinea nel foglio di Milano) e nell'articolazione parietale interna: per questa prevede l'alternanza di piccole nicchie con timpano triangolare, con edicole più grandi delimitate da colonne su piedistallo che reggono il timpano semicircolare. Entrambe le soluzioni derivano da Palladio, ("I Quattro Libri dell'Architettura", Libro Quarto, Cap. X, "Tempii del Sole e della Luna", Venezia 1581, p. 37), ma mentre quella di Milano varia solo nei pilastri con colonne del pronao (Palladio prevede solo sei colonne), la versione di Londra differisce, così come già notato nel confronto tra i due disegni, nell'articolazione interna delle pareti. Il disegno va messo in relazione con quello raffigurante la facciata e la sezione trasversale conservato nella Biblioteca Nazionale di Madrid (Album di Antonio Garcia Reinoso, AB 922). Il disegno non è mai stato riprodotto nelle edizioni di Soria e in quelle successive (Bedon 1982, p. 79 nn. 2-3).
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302056520
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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