Pianta e prospetto dell'altare Biringucci in S. Agostino a Siena
disegno,
post 1606 - ante 1634
disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito con inchiostro bruno a penna utilizzando tiralinee, compasso e mano libera nelle parti ornamentali; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro bruno; il supporto sul quale è tracciato è di carta avorio
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna/ acquerellatura
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Ordini d'architettura" con la numerazione "111" sotto voce "Corinto". Tuttavia il soggetto del foglio in esame raffigura il prospetto e la pianta dell'altare Biringucci nella chiesa di S. Agostino a Siena (IV altare navata destra). Opera di Flaminio del Turco, scalpellino-architetto attivo dal 1581, che realizzò nella medesima chiesa anche l'altare maggiore, su commissione di Cristofano Chigi, nel 1608. L'altare originariamente di patronato Marsili, ha una pala raffigurante "Cristo al Calvario" iniziata, come informa la nota manoscritta in lato a sinistra del disegno, da Alessandro Casolani, e "finito da altro". L'altro è Ventura Salimbeni che la completò nel 1612 (Mancini 1956, pp. 52, 83; Notizie delle chiese e delle cose riguardevoli di Siena, ca. 1723, ms BC Siena B VII 10, c. 75). L'altare è inquadrato da coppie di colonne corinzie su alti piedistalli in posizione digradante verso la parete; la trabeazione segue la medesima disposizione per piani sfalsati. L'architrave del timpano triangolare è spezzato, soluzione che sollevò critiche da parte di Teofilo Gallaccini, il quale nel suo "Errori degli architetti" (1625, dedicato a Giulio Mancini) (Della Valle 1786, p. 419) scrive "E' ancora abuso gravissimo rompere gli architravi, e i fregi per accrescere i vani, come si vede alcune volte negli ornati degli altari, e specialmente in Siena, in S. Agostino negli altari dei Bargagli e dei Biringucci, invenzione condottavi da fuori ...". A matita sono schizzate la mensa dell'altare e la decorazione all'interno del timpano. Sul margine sinistro, sono elencati i marmi e l'alabastro, tutti pregiati e di provenienza locale, utilizzati per l'altare, che testimoniano una corrente estetica che poneva Siena in relazione con Firenze e Roma.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302056478
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0