Decorazione per fondale di carrozza
disegno,
post 1585 - ante 1667
disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee; è eseguito a inchiostro bruno a penna a mano libera; i dettagli decorativi sono evidenziati con acquerellature di inchiostro bruno e acquerello grigio; il supporto è di carta avorio dal formato irregolare e bordo superiore frastagliato
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna/ acquerellatura/ acquerello
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Carozze e carette" con la definizione "33 Partita di dietro e sponda". Il disegno qui rappresentato, indicato da Giacomo Sardini come progetto per una carrozza, è attribuito a Giovanni Battista Montano da V. Pracchi su segnalazione di A. Bedon (Pracchi, 1991 p. 14) e da L. Marcucci. Il disegno riporta la parte posteriore dell'abitacolo della carrozza, rappresentato solo nella parte sinistra, in quanto simmetrico rispetto alla mezzeria. Il fondale, di forma trapezoidale, si presenta molto decorato e carico di emblemi che pongono l'oggetto in relazione con la famiglia cui appartiene il committente. All'interno di una cornice ornata con rami carichi di pere e borchie stellate, si trova un fastoso decoro di tralci e motivi vegetali a voluta che circondano un leone rampante appoggiato a sei monti su piedistallo, sormontati da un albero stilizzato. La parte superiore è conclusa da una cornice sagomata sorretta al centro dalla voluta del motivo vegetale e all'estremità da due capitelli decorativi, di cui quello laterale sorretto da una mensola composta da una testina su voluta, dal cui occhio si diparte un festone vegetale. Sopra la cornice sagomata, decorata con una borchia stellata, è un leone che trattiene un ramo di pere con la zampa. L'animale è appoggiato su un piedistallo che ha tre monti alla base, da cui si diparte l'ampia voluta superiore, decorata nello spazio tra la curva superiore e la cornice con un tralcio di vite e un altro elemento a tre monti. Nella parte centrale, tra la voluta disegnata e quella presumibile dalla parte opposta, unite da una ghirlanda, è un putto alato seduto sulla cornice sagomata che sorregge una grande corona sormontata da un elemento stellato simile ai precedenti. Il leone, i rami con pere e i tre monti sovrapposti, sono chiaramente emblemi della famiglia Peretti Montalto. I sei monti sovrapposti e sovrastati da un albero si ritrovano nello stemma della famiglia Cesi-Salviati, istituito in occasione delle nozze di Federico Cesi (detto il Linceo) con Isabella Salviati. Un legame tra le famiglie Cesi e Peretti può essere individuato nel matrimonio avvenuto nel 1614 tra Michele Peretti, fratello del cardinale Alessandro Peretti Montalto (1571-1623) e parente del card. Andrea Peretti , con Anna Maria Cesi , cugina di Federico Cesi fondatore dell'Accademia dei Lincei. I sei monti sovrapposti e l'albero (in questo caso però diviso) appartengono anche allo stemma della famiglia Chigi (cfr. stemma sotto l'organo di S. Maria del Popolo a Roma realizzato da Gian Lorenzo Bernini, rappresentante Alessandro VII). Si può quindi proporre, come ulteriore motivo di studio, anche l'ipotesi che il disegno rappresenti un progetto per il Cardinale Flavio Chigi (1631-1693), nipote di papa Alessandro VII (1655-1667), che fu in rapporto stretto con gli artisti presenti nei cantieri dello zio, tra cui Gian Lorenzo Bernini e i suoi collaboratori, Domenico Fontana e Pietro da Cortona e fu grande mecenate e collezionista. Sembra che durante il primo anno del suo soggiorno romano e prima di diventare cardinale, avesse assunto abitudini principesche, come il muoversi in carrozze dorate e sembra abbia contribuito a diffondere in Roma la moda francese del calesse. La sua collezione, che inizia a formare nel 1661, comprendeva anche alcuni pezzi appartenuti alle raccolte degli Este e dei Peretti Montalto. Ebbe inoltre un grande interesse per le arti decorative e si avvalse, per nutrire la sua collezione, dell'antiquario Niccolò Simonelli, amico di Francesco Mola. Diversi sono i disegni di Bernini e della sua scuola da lui raccolti. Famoso è il suo Museo delle curiosità che andò disperso nel 1745. Il disegno è pubblicato da A. Gonzalez-Palacios che però indica solo le figure araldiche dei Peretti Montalto e colloca il disegno tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. Si ricorda che era anche uso realizzare carrozze per i cortei in occasione delle feste.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302056380
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0