Ostensorio raggiato
disegno,
post 1698 - ante 1702
Martinelli, Domenico (1650-1718)
1650-1718
disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è tracciato a inchiostro bruno utilizzando tiralinee, compasso e mano libera nelle parti ornamentali; il basamento è acquerellato a inchiostro bruno; le ombreggiature sono a inchiostro grigio a pennello; il supporto in carta leggera colore avorio è composto da due fogli incollati; la traccia a matita della firma dell'autore sul verso del foglio risulta parzialmente indebolita, forse a causa del restauro
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
-
MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna/ inchiostro a pennello/ acquerellatura
-
ATTRIBUZIONI
Martinelli, Domenico (1650-1718)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice" del tomo nel quale era rilegato il disegno viene definito: "Ostensorio figurato di Domenico / Martinelli". Il disegno raffigura un ostensorio raggiato ed è un'opera di Domenico Martinelli, di cui è presente il nome tracciato a matita, anche se poco leggibile, sul verso del foglio. Gli ostensori hanno origine nel Medioevo (metà del XIII secolo) con l'istituzione della festa del Corpus Domini. In un primo tempo furono impiegate croci, reliquiari o cibori adattati allo scopo di esporre il Corpo di Cristo, incarnato nell'ostia, per l'adorazione e la benedizione eucaristica. Dalla metà del XV secolo l'ostensorio, forgiato con metalli preziosi, cominciò ad assumere una forma propria, a torretta o tempietto ogivale con pinnacoli, sostenuto da una base elaborata e con al centro una lunetta d'argento o d'oro per collocarvi l'ostia. Questo tipo era in uso soprattutto nella liturgia ambrosiana. Il tipo cosiddetto "raggiato" (o di sole raggiante) si diffuse a partire dal XVI secolo, dopo il Concilio di Trento e dal XVIII secolo si arricchì di putti, angeli, grappoli d'uva, spighe di grano e altri ornamenti, in seguito alla diffusione dell'Adorazione Eucaristica e ad un rinnovato interesse per la predicazione di San Bernardino da Siena. L'ostensorio rappresentato nel disegno ha una base quadrata modanata e decorata con cherubini agli angoli, uniti tra loro da conchiglie e ghirlande. Il fusto è costituito da due angeli appoggiati alla base che sorreggono la teca rotonda trasparente circondata da nubi, da cui fanno capolino cherubini e fasci di raggi luminosi. Il disegno fu probabilmente realizzato da Martinelli tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo e secondo Helmutt Lorenz potrebbe far parte di un gruppo di oggetti liturgici, tra cui alcuni candelieri (Milano, Collezione Sardini-Martinelli, invv. 8,39, 8,39bis, 8,39ter R e V) realizzati per il conte Dominik Andreas Kaunitz e, in particolare, per la chiesa di Austerlitz (Lorenz 1991, M-KAT84 p. 264). Diversi disegni di candelieri e altri oggetti liturgici, alcuni appartenenti al lucchese Gerolamo Scaglia, si trovano anche in uno dei manoscritti di Martinelli (Biblioteca Statale di Lucca, ms 1855).
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302025969
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0