Putto e leone
console,
ca. 1690 - ca. 1699
La console raffigura un putto seduto su una roccia con alla destra un leone.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO console
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MATERIA E TECNICA
legno/ doratura/ intaglio
marmo
- AMBITO CULTURALE Bottega Genovese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La console presenta alcune affinità con la mobilia barocca genovese. In particolare in questo mobile, dove l'inserimento del leone potrebbe essere inteso come un richiamo al programma celebrativo della famiglia Brignole Sale contemporaneamente illustrato dagli artisti impegnati nella decorazione del palazzo, il legame stilistico con la pittura di Piola e di de Ferrari è sottolineato in special modo dalla movimentata torsione del putto alato che sembra rifugiarsi con gesto teatrale nella cavità della roccia. Questa continuità tra l'ornamento dipinto, lo stucco e l'arredo ligneo, che secondo Andreina Griseri trae origine dalla cultura torinese dell'ultimo ventennio del Seicento grazie anche alla presenza dominante di Guarino Guarini, trova, ad esempio, nei soffitti di palazzo Brignole Sale (ora Palazzo Rosso) una delle sue migliori applicazioni. Qui, nella "continuità interferente di stucco e pittura" adottata, tra il 1687 e il 1689, da Gregorio de Ferrari nella sala dell'Estate, si possono cogliere le probabili fonti d'ispirazione per i movimentati panneggi e gli scorci dal sotto in su delle figure intagliate dal Parodi; così come l'ininterrotta metamorfosi dell'elemento naturale - sia esso conchiglia, arbusto o roccia - svolto di soffitto in soffitto senza soluzione di continuità fino a sfociare negli scenografici giardini pensili, vede una sua applicazione anche nel campo dell'arredo. La si ritrova infatti nelle finte rocce scolpite nel legno e utilizzate a delimitare scenograficamente specchi (come nel caso della celebre specchiera con il mito di Narciso commissionata al Parodi da Giovan Antonio Durazzo per la sua villa di Albisola) o di una piccola ventola (battuta all'asta Christie's di Amelia tenutasi nel maggio 1990, lotto n. 363), dove due figure nude in atto di cacciare (una Caccio di Diana?) fanno la loro comparsa tra rocce e volute frammezzate da rainetti di quercia; oppure nelle solide concrezioni, di evidente filiazione berniniana, composte a sorreggere piani di marmo, come si vede nella presente concole.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301976233
- ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0