Giudizio di Paride
tavolo,
(?) 1450 - (?) 1499
Piano di tavolo rotondo con fascia circolare intagliata con scene.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO tavolo
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MATERIA E TECNICA
legno di cedro/ doratura/ intaglio
- AMBITO CULTURALE Bottega Veneta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piano di tavolo, che (come documenta una vecchia fotografia del Museo) poggiava su di un supporto in legno di noce intagliato aggiunto nell'Ottocento, fu acquistato per la Scuola d'Arte Applicata all'asta della collezione del conte Giovan Battista Lucini Passalacqua curata da Giulio Sambon nel giugno 1897. Qui, al lotto n. 501, si legge che il "piano di cipresso con decorazione a figure a basso intaglio" era sostenuto da un "piede moderno di noce intagliato". L'intaglio a fondo ribassato disposto a contornare il piano raffigura, tra girali di foglie d'acanto e su di uno sfondo che in origine doveva essere totalmente dorato, alcuni dei temi cari all'estetica tardogotica, ad esempio la Caccia al cervo, la Fontana dell'amore, la Leggenda di Tristano e Isotta e il Giudizio di Paride, secondo un uso assai diffuso fin dalla fine del Trecento nelle principesche corti di Milano, Ferrara, Mantova, Verona e Padova. Le fonti antiche parlano infatti di varie sale ricche "d'oro e de Penture" affrescate dall'Altichiero sia nella reggia degli Scaligeri a Verona che in quella dei Carraresi a Padova e di diversi cicli di dipinti ispirati alle avventure di Ivain, agli amori di Tristano e Isotta e ad altri personaggi del ciclo arturano eseguiti in alcuni castelli Veneti, come ad esempio Castel Roncolo e Castel Rodengo, oltre che nell'allora famosa "saleta Lanzeloti" nel Palazzo Ducale di Mantov. Scene di caccia e episodi della vita di corte erano affrescati pure nelle residenze di campagna dei d'Este, dette anche "delizie", mentre nel castello di Avio presso Trento sussistono ancora le figurazioni amorose della cosiddetta damera d'amore realizzate intorno al 1330 sulla traccia del poema Documenti d'amore di Francesco da Barberino. Si potrebbe dunque pensare che questo piano di tavolo, così come gli analoghi cassoni decorati con scene di vita cortese del Museo, sia stato realizzato da artigiani Veneti durante la seconda metà del Quattrocento in sintonia con i cicli decorativi presenti nelle sale dei palazzi e dei castelli del Trentino, del Veneto e del territorio mantovano.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301976215
- ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0