Prospetto delle finestre della villa Sardini a Pieve Santo Stefano

disegno, 1775 - 1775

il disegno conserva tracce della preliminare costruzione a grafite, è tracciato con tiralinee e mano libera principalmente a inchiostro nero a penna e a inchiostro bruno a penna per dettagli decorativi delle finestre; ulteriori ripensamenti nei dettagli decorativi tracciati a grafite e a matita rossa; il supporto sul quale è tracciato è carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite/ inchiostro a penna/ matita rossa
  • ATTRIBUZIONI Sardini, Giacomo (1750-1811)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo aver ricevuto da Carlo Bianconi progetti piuttosto definiti per la facciata della propria villa a Pieve Santo Stefano (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,54 e 9,55), il marchese Sardini riconsiderò la proposta fissando su carta il personale punto di vista per le finestre. Il disegno in esame è uno dei fogli che il marchese ha elaborato in questa fase; la finestra tracciata per il piano nobile è una semplificazione delle proposte dei disegni di Bianconi (9,54, pubblicato in Dallaj, 2005, e 9,55 variante A), mentre per i sotterranei il committente ribadisce la preferenza per la forma semicircolare con rivestimento a bugnato manifestata in una precedente tavola (Milano Collezione Sardini Martinelli inv. 9,126). Idee simili a quelle espresse in questo disegno furono descritte o rese visibili a Bianconi attraverso l'invio di schizzi e lettere tra il 28 aprile e il 6 giugno 1775 (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini =AS, cart. 141, nn. 84, 85) (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,87v). Nell'ultima missiva Bianconi appare contrariato, per non dire esasperato, dal caparbio intento di Sardini di rivestire a bugnato le aperture dei sotterranei, e replica: "Sono sempre persuaso che le finestre suddette che restano la base di tutta l'opera - ridotta a semplice dado - non debbano avere nessun ornamento o contorno, quando non si facesse loro girare attorno una fascia semplicissima uguale per ogni parte sbalzando un'oncia dalla larghezza degli stipiti superiori. Ma niente più in maniera alcuna. Torno però a ripetere che possono stare bene ancora senza fascia alcuna , e senza alcuna altra cosa. E la ragione si è che fissato l'imbasamento a foggia di dado, qualunque menoma cosa che abbia aria d'ornato riesce inopportuna e disdicevole. Non mancano però esempi contrari come non mancano esempi di qualunque stramberia". Come chiarisce l'iscrizione sul disegno in esame, il committente cercava il modo di utilizzare dei conci senza fasciare di pietra l'intero zoccolo. Da una lettera precedente sappiamo infatti che Sardini disponeva di pietre che non si adattavano a grandi estensioni (AS, cart. 141, n. 77). Anche l'idea, schizzata a matita rossa, di colonnina terminale con cui sottolineare gli angoli del basamento può ricondursi al desiderio di Sardini di impiegare pietre disponibili; pietre che alla fine serviranno per fasciare a bugnato gli angoli dei prospetti. Nella costruzione definitiva della facciata non furono inserite aperture per i sotterranei, illuminati solo attraverso i prospetti laterali come si desume dall'iconografia storica dell'edificio (Sabatini, p. 60).
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301934724
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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