Pianta per la villa Sardini a Pieve Santo Stefano
disegno,
ca. 1773 - ca. 1773
Lippi, Michelangelo (notizie Sec. Xviii Fine-sec. Xix Primo Quarto)
notizie sec. XVIII fine-sec. XIX primo quarto
disegno in scala, conserva tracce della preliminare costruzione a grafite e tiralinee e compasso; è eseguito a inchiostro bruno a penna principalmente con tiralinee; ulteriori delineazioni a mano libera a grafite propongono diverse soluzioni per gli scaloni; il supporto sul quale è tracciato è carta avorio
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna
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ATTRIBUZIONI
Lippi, Michelangelo (notizie Sec. Xviii Fine-sec. Xix Primo Quarto)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La paternità del disegno è dichiarata, sul foglio, da un appunto del collezionista, il marchese Giacomo Sardini. Il confronto del tracciato con la pianta delle preesistenze inglobate nel più antico progetto di ristrutturazione della villa Sardini, conservato nel tomo VII (Milano, Collezione Sardini Martinelli, inv. 7,13, pubblicato in Sabatini, 1993, p. 63), mostra come Sardini avesse ferma intenzione di abbandonare il progetto probabilmente commissionato da Lodovico Sardini, suo tutore e zio. Infatti tra il 1757 e il 1758 il padre di Giacomo, assente da Lucca per una missione diplomatica, aveva incaricato il fratello della "restaurazione della casa della Pieve" (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini (=AS), cart. 98, documenti 46 e 158). Il nipote, una volta subentrato nella gestione del patrimonio di famiglia, manifestò una certa preoccupazione per le spese che le idee dello zio avrebbero comportato in un momento carico di vincoli finanziari: "erami impegnato in una casa di campagna, che mio zio e tutore mi aveva costretto ad intraprendere per la quantità di fabbriche acessorie, che aveva egli preparato" (AS, cart. 128 Memorie ... M. Teresa Sardini, f.5). Dopo aver interpellato Lippi per marginali interventi (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,42; 9,87), pensò di imprimere una svolta radicale alla costruzione. I primi pensieri erano orientati verso un casino di caccia su due livelli, dotato di salone e stanze per gli ospiti (dell'idea resta un manoscritto di Sardini, Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,108ter). Per un uso aggiornato della forma ottagonale, prevista dalla trattatistica cinquecentesca - in particolare dal Serlio - per questo tipo di edifici, Sardini disponeva di un modello autorevole da sottoporre a Lippi: la copia di un progetto per villa di Juvarra (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,118; 9,119). L'idea di Lippi si focalizza sul salone ottagono centrale circondato da quattro vani rettangolari disposti a croce di sant'Andrea in modo da permettere dall'interno visuali in ogni direzione sul paesaggio circostante; sugli accessi alla villa con portici e scaloni; sugli affacci laterali nei quali erano disposti da una parte un piccolo ambiente ottagono con nicchie e dall'altra, verso il giardino terrazzato, una risalita secondaria. Dell'edificio preesistente, rappresentato nel vecchio progetto, si sarebbero sfruttati diversi elementi: sui lati lunghi costruiti avrebbero dovuto insistere da una parte un lato dell'ottagono e dall'altra una delle due sequenze di pilastri; l'altra serie di pilastri combacia invece con i setti murari brevi dello scalone del vecchio progetto. Le linee centrali tratteggiate all'interno dell'ottagono corrispondono verosimilmente a muri dei quali si sarebbe dovuta prevedere la demolizione, muri che in parte corrispondono allo stato in pianta del fabbricato originario; la parte più consistente delle demolizioni avrebbe interessato l'area che sul vecchio progetto si trovava al di qua di una delimitazione tracciata a sanguigna, segno che il progetto stesso (7,13) era stato già posto in discussione o aveva subito modifiche in corso d'opera. Il senso di lettura del disegno di Lippi privilegia appunto questo lato. Lo scalone ad angolo ottuso per il prospetto posteriore è una citazione da un altro disegno conservato tra le carte di Sardini (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,77). La definitiva ristrutturazione non tenne conto del progetto in esame. La villa fu demolita intorno al 1930.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301934708
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0