Prospetto per la villa Sardini a Pieve Santo Stefano
disegno,
1774 - 1774
Sardini, Giacomo (1750-1811)
1750-1811
disegno in scala, conserva tracce della preliminare costruzione a matita con tiralinee e compasso; è eseguito a inchiostro nero a penna, principalmente con tiralinee, a mano libera nei dettagli decorativi; l'intelaiatura strutturale è evidenziata da acquerello grigio; il supporto sul quale è tracciato è carta avorio
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna/ acquerello
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ATTRIBUZIONI
Sardini, Giacomo (1750-1811)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Una volta consolidato l'intento di mantenere un impianto rettangolare per la ristrutturazione della propria villa, Sardini sottopose le proprie ipotesi al parere dell'architetto bolognese Carlo Bianconi, conosciuto attraverso la comune amicizia con il paesaggista Lorenzo Moni. Un fitto carteggio aperto a partire dal dicembre 1773 tra Sardini e Bianconi documenta la genesi del progetto per la villa a Pieve Santo Stefano, progetto scaturito attraverso lo scambio di disegni e pareri a proposito della facciata e della decorazione degli ambienti principali. Dalla corrispondenza si viene a sapere che Bianconi aveva visto lo schizzo del "palazzino" di Pieve Santo Stefano inviatogli da Sardini; sulla base di quanto aveva potuto capire e senza avere dati precisi sulle unità di misura lucchesi, l'architetto aveva poi inviato al marchese i disegni, purtroppo non conservati, per gli ornati delle finestre "a fregio piano": lo attestano le lettere del 27 aprile 1774 e del 20 febbraio 1775 (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini, cart. 141, nn. 74, 81). Sardini aveva apprezzato la foggia delle finestre ricevuta da Bianconi e, con tutta probabilità, la ridisegnò nella tavola in esame. Qui è sviluppata parallelamente un'idea per nobilitare il portale arricchendo il timpano del frontone triangolare con conci giganti, poggianti sull'architrave rettilineo. Analogamente ad un pensiero preliminare (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,28) il prospetto è diviso in tre settori sottolineati da fasce verticali; anche qui i due livelli di cui si compone l'edificio sono separati da una cornice marcapiano; di nuova concezione è il basamento con aperture rettangolari per i sotterranei. Il basamento e le incorniciature a fasce che scandiscono la struttura sono evidenziati dall'acquerello grigio, forse sottintendendo l'uso di pietra. Rivela continuità con il precedente prospetto anche l'accenno di rivestimento bugnato che è proposto a grafite sul basamento in corrispondenza delle fasce. Non è chiara la funzione di una balaustrata sommitale accennata a grafite. Mancano dettagli sulle modalità di accesso e forse il disegno raffigura il prospetto secondario. La ristrutturazione definitiva seguirà forme di impronta palladiana (Sabatini, 1993), del tutto diverse da quelle delineate in questa tavola. La villa fu demolita intorno al 1930.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301934671
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0