Sezione del salone per la villa Sardini a Pieve Santo Stefano

disegno, ca. 1773 - ca. 1773
Castellotti, Lorenzo (1718-notizie Sec. Xviii Seconda Metà)
1718-notizie sec. XVIII seconda metà

disegno in scala, conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee e compasso; è eseguito a inchiostro nero a penna principalmente con tiralinee e a mano libera per le parti decorative; il supporto sul quale è tracciato è carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite/ inchiostro a penna
  • ATTRIBUZIONI Castellotti, Lorenzo (1718-notizie Sec. Xviii Seconda Metà)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La paternità del disegno è dichiarata, sul foglio, da un appunto del collezionista, il marchese Giacomo Sardini. Egli, per la ristrutturazione della residenza di campagna, aveva abbandonato un più antico progetto (Milano, Collezione Sardini Martinelli, inv. 7,13, pubblicato in Sabatini, 1993, p. 63), probabilmente commissionato da Lodovico Sardini, tutore e zio di Giacomo. Dopo aver interpellato il capomastro Michelangelo Lippi per marginali interventi (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,42; 9,87), pensò di imprimere una svolta radicale alla costruzione. Si rivolse così a Lippi per un primo schema di riforma (ibidem 9,76) e tracciò egli stesso alcune ipotesi (ibidem 9,110a; 9,28; 9,26). In tutti i progetti l'idea ricorrente era quella di un salone centrale poligonale a doppio volume, mentre i pensieri per il perimetro esterno andavano via via verso una semplificazione, che riconduceva al tracciato rettangolare del più antico progetto e tendeva a privilegiare le visuali esterne ortogonali. I ripensamenti coinvolsero anche il perimetro del salone centrale come dimostra questo disegno con la sezione di un salone sviluppato su due livelli e con il piano superiore circondato da balaustrata poggiante su mensole. La balaustrata gira ad angolo retto come si vede dalla linea sulla quale è impostata la sezione. Al piano terreno, tra due porte riccamente ornate da sopraporta con busti all'antica sorretti da putti, campeggia una cornice il cui gusto barocchetto informa anche gli ornati delle aperture al livello superiore con uno stemma che domina centralmente. La ristrutturazione definitiva, attuata sulla base di un progetto fornito da Carlo Bianconi (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,96; pubblicato in Dallaj, 2005, p. 42) seguì forme del tutto diverse da quelle delineate in questa tavola. La villa fu demolita intorno al 1930.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301934649
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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