sedile (pieghevole)

Seggio portatile, Pavia, sec. IX-X

Il seggio pieghevole è formato da due elementi portanti a forma di X snodabili, innestati su un perno rotante sferico, sui quali si inseriscono quattro corpi trasversali, due nella porzione inferiore che costituiscono la base d'appoggio poggianti su quattro piedi a zampe leonine e due nella superiore, con pomoli apicali ovoidali, che corrispondono al piano di seduta, in origine verosimilmente in cuoio (l'attuale è di restauro). Le basse sponde superiori per l'appoggio delle braccia, hanno un profilo triangolare, a cuspide leggermente introflessa, e i bracci a X della struttura portante hanno sezione pentagonale. La struttura della sella, perfetta nella sua estrema semplicità, conserva ancora integri gli elementi meccanici e gli innesti, ancora originali, che ne permettono agevolmente la chiusura. La parte che maggiormente incuriosisce è quella legata al ricco repertorio decorativo che riveste l'intera sella. La sedia è ornata su ogni faccia e su ogni profilo perché destinata ad essere vista da tutti i suoi lati.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO sedile pieghevole
  • MATERIA E TECNICA ferro||argento/ agemina||argento/ niello||rame/ doratura
  • MISURE Profondità: 2,8 cm
    Altezza: 57,5 cm
    Lunghezza: 485.0 cm
    Larghezza: 51,1 cm
    : 152 cm
    : 580 cm
    : 152,5 cm
    : 32,2 cm
    : 500 cm
  • AMBITO CULTURALE Cultura Ottoniana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici di Pavia
  • LOCALIZZAZIONE Castello Visconteo
  • INDIRIZZO Viale XI febbraio, 35, Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La 'sella plicatilis' è un raro seggio pieghevole da campo, molto pratico e funzionale pensato per un facile smontaggio e trasporto dei vari elementi. La rarità del pezzo e la raffinata esecuzione rendono la sella un unicum di eccezionale valore. L'alta qualità del manufatto ha fatto pensare che fosse destinato ad una personalità di alto rango, di corte, parte di un corredo di un militare o di un magistrato. Questo tipo di sedia deriva dal modello delle "sellae castrenses" romane, molto diffuso nel Medio Evo, ma oggi documentato da pochi rari esemplari superstiti, come quelli, simili per tecnica di decorazione, ma di più modesta qualità, ritrovati nella necropoli longobarda di Nocera Umbra (ora a Roma al Museo Nazionale dell'Alto Medioevo), dal cui confronto emerge l'eccezionalità del manufatto pavese. Alcuni particolari, come lo snodo a forma emisferica e i piedi leonini, sono molto simili nel seggio pieghevole metallico ageminato del British Museum di Londra. Più puntuali riscontri si trovano con la decorazione di miniature, tessuti e avori della fase più matura dell'età carolingia (la conquista franca del 774 dovrebbe segnare il momento di diffusione dei motivi decorativi carolingi) o della successiva età ottoniana, i cui confronti permettono di collocare la sella in questo lasso di tempo (IX-X sec.). E' un manufatto straordinario per la storia dell'arte e della tecnologia del metallo, per il raffinato e fastoso partito decorativo, seppur lacunoso, e per la complessa tecnica di rivestimento del ferro (ageminato in argento, rame dorato e niello), molto curata e di grande finezza esecutiva.La struttura è costituita da un'anima in ferro (nella quale le analisi chimiche hanno accertato la presenza anche di rame, nichel e arsenico), sulla quale sono state applicate lamine d'argento con motivi niellati e lamine in rame dorato, ottenendo così notevoli effetti di colore. Raffinato il contrasto tra il fondo nero del niello e la luce chiara e omogenea dell'argento e della doratura (quest'ultima eseguita al mercurio). Il rivestimento decorativo, appare sapientemente distribuito su tutto il manufatto, rivestendolo per intero. Il seggio, risulta infatti ornato su ogni faccia e su ogni profilo, perché destinato ad essere visto da tutti i suoi lati. Una trentina di variegati motivi stilizzati, prevalentemente geometrici o vegetali (racemi con foglie, elementi simbolici, nodi ad anello, motivi nastriformi, greche, meandri, intrecci, doppie fasce di perle), zoomorfi nei sostegni, derivati dal repertorio classico, si distribuiscono, variando a seconda della collocazione, senza rigide simmetrie. Il repertorio iconografico, esuberante e prezioso, manifesta tuttavia spunti singolari e originali. I motivi più semplici sono riservati, logicamente, alle parti secondarie, ad esempio ai raccordi con i piedi e con i pomoli, mentre particolarmente ricca appare la decorazione in prossimità degli snodi dei sostegni, dove su una placchetta quadrata compare un "albero della vita", motivo di gusto orientale, analogamente a quello con draghi marini affrontati nella campitura di una delle traverse superiori o agli arabeschi, giunti in Italia attraverso le stoffe copte, arabe e persiane. La sella viene rinvenuta casualmente nel 1949 nel letto del fiume Ticino, assieme a numerosi altri frammenti di manufatti metallici di natura eterogenea sia per tipologia che datazione, in occasione dei lavori di ricostruzione del Ponte Coperto. Al momento del ritrovamento era chiusa con gli elementi strutturali saldati tra loro a causa dell'ossidazione; viene ricomposta in seguito da Stenico ed effettuato un primo intervento di restauro curato dalla Soprintendenza alle Antichità di Milano (Soprintendenza Archeologica della Lombardia) nel 1952. Al 1999 risale il recente intervento di restauro eseguito da Paolo Bolognesi di Capiago (Como), sotto la supervisione dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Lombardia.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Pavia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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