maschera funebre (SECOLI/ XX)

maschera funebre ca 1937 - ca 1937

maschera funebre con elemento di sostegno in legno

  • OGGETTO maschera funebre
  • MATERIA E TECNICA Opere-oggetti d'arte/ gesso/ calco
  • CLASSIFICAZIONE OGGETTI RELIGIOSI
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Ghilarza (OR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per ricostruire la storia dei singoli oggetti che compongono la Collezione della Casa Museo di Antonio Gramsci è necessario ripercorrere le tappe fondamentali della formazione della Collezione stessa, alla luce della pur scarna documentazione attualmente disponibile. Nel 1937, quando, a meno di un mese di distanza dal figlio Antonio, morì Francesco Gramsci, la figlia Grazietta e la nipote Edmea si trasferirono a casa di Teresina, penultima dei sette fratelli Gramsci, portando con loro parte del mobilio e gli oggetti custoditi nella vecchia casa di Corso Umberto, dal 1975 riaperta come Casa Museo di Antonio Gramsci. Tra la seconda metà degli anni ’60 ed il 1975, Luisa Emilia Paulesu, figlia di Teresina, ha selezionato parte di quei ricordi, ed alcuni pezzi provenienti dal corredo della madre, perché facessero parte della Raccolta oggi esposta nella vecchia casa di famiglia, che lei e la sorella Mimma Paulesu Quercioli hanno fortemente voluto diventasse luogo dedicato alla memoria dello zio Antonio. Durante il medesimo arco di tempo, ai Beni prestati da Luisa Emilia si è aggiunto un insieme di oggetti appartenuti ad Antonio Gramsci e concessi dal figlio del suo secondogenito Giuliano, Antonio jr. Dal 1975 la Collezione è impreziosita dall’allestimento disegnato dall’arch. Cini Boeri; tra questo stesso anno ed il 1996, si è infine arricchita grazie ad alcuni dipinti su tela, incisioni e sculture donate alla Casa Museo ed oggi di proprietà della Fondazione Berlinguer di Cagliari. La maschera in esame fa parte del nucleo di Beni concessi da Antonio Gramsci jr. Il 12 maggio del 1937 Tatiana Schucht, cognata di Antonio Gramsci, scrisse a Piero Sraffa facendogli un resoconto della tragica notte in cui Antonio morì; tra le altre cose scrisse: “Ho fatto prendere la fotografia della salma e fatto fare la maschera. Ora la faccio fondere in bronzo, e anche la mano destra. La forma di gesso è venuta discretamente, e spero che quella in bronzo verrà se mai meglio dato che ho affidato il lavoro ad uno scultore.” E, alcune righe dopo specifica “Nel frattempo venne il mio conoscente col formista, ci sono state difficoltà per il loro ingresso. Ma dissi recisamente che tutte le formalità sarebbero state fatte dopo, che si aveva fretta. La buona fortuna ha voluto che mi dessero retta e così abbiamo potuto fare il lavoro. Prima di uscire però queste persone hanno dovuto fare un sacco di dichiarazioni scritte sui nostri rapporti reciproci ecc. ecc. Poi venne il fotografo. Ed anche lui ebbe la sua parte di interrogatori”. I calchi in gesso del viso e della mano furono fatti dal formatore Enrico Bucci (con studio in via Margutta 76), una copia in bronzo della maschera dallo scultore romano Alberto Felci. Tutti i lavori furono commissionati e pagati da Carlo Gramsci (notizie Archivio Fondazione Gramsci). Sappiamo che Piero Sraffa chiese ed ottenne una copia della maschera (Lettera di Piero Sraffa a Tatiana del 25 maggio 1937; lettera di Tatiana Schucht a Piero Sraffa del 7 luglio 1937) e che una copia del calco in gesso è custodita presso la Fondazione Gramsci. Le fonti ad oggi disponibili non consentono di stabilire né l’ubicazione dei calchi e delle sculture originali né se le ulteriori copie, comprese quelle in esame, siano state realizzate dagli stessi Bucci e Felci. Tatiana riuscì a trasferire gli originali a Mosca, come racconta il figlio di Antonio, Giuliano Gramsci: la zia Tatiana, arrivata a Mosca nel 1938, aveva annunciato che presto “sarebbe arrivata la cassa con tutti i libri di mio padre e soprattutto con i suoi scritti.”; quando la cassa arrivò vide che conteneva “tanti libri, i quaderni del carcere, le lettere e anche alcuni oggetti appartenuti a mio padre durante la detenzione: posate di legno, gli occhiali, le pantofole e tutti gli altri oggetti che oggi si trovano alla Casa Museo di Ghilarza. Per qualche anno, fino allo scoppio della guerra, tutto restò a casa nostra, anche le maschere e il calco della mano che Tatiana e Carlo avevano fatto eseguire prima della cremazione.”. Allo scoppio della guerra, continua Giuliano, la madre consegnò gli scritti e la maschera in gesso a Togliatti che li portò a Ufa, dove a quel tempo risiedeva il Comintern. Dalle notizie disponibili sembra evidente che Tatiana Schucht e Carlo Gramsci si preoccuparono di documentare le condizioni di Antonio al momento della morte per poter condividere con i familiari assenti i suoi ultimi istanti. Un resoconto dettagliato delle vicende intorno alla morte di Gramsci è pubblicato anche da Aldo Giannuli nel 2007
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000251166
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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