Madonna di Bonaria

statua 1470 - 1489

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA legno di carrubo/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Campana
  • LOCALIZZAZIONE Cagliari (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il simulacro , che fino al XVIII secolo si soleva coprire con ricche vesti offerte dai fedeli, vesti sostituite alla fine del Settecento da un velo bianco (Leo-Melchionna, p.20), è stato per lungo tempo considerato un significativo esemplare di scultura lignea di scuola catalano-provenzale della seconda metà del XIV secolo (Leo-Melchionna,p.20 e 164), in accordo con la tradizione, riportata nel 159S dal Brondo nella sua Historia e nel 1592 dal Processo Canonico , che voleva la statua approdata, entro una cassa lignea, sul lido prospiciente il Santuario nell'anno 1370 . Benché esistano fonti storiche testimonianti il culto alla Vergine di Bonaria nel corso del XV secolo (Porrà, pp.175-76) , del simulacro se ne parla con sicurezza solo agli inizi del XVI secolo (Porrà, p. 23, 35). Dello stesso secolo è l'unico documento conosciuto riguardante l'arrivo miracoloso del simulacro nel 1370 entro una cassa lignea, tale documento, una nota marginale ad una carta del 1501 di un registro dell'archivio di Stato di Cagliari (come già evidenziò F.Loddo Canepa nel 1957), è probabilmente un falso, e della stessa mano a cui si devono le "Carte d'Arborea" (Porrà,p.174). In accordo con queste ultime notizie documentarie, si può collocare l'opera nell'ambito della produzione napoletana del 7°-8° decennio del XV secolo e più precisamente nel filone artistico in cui rientrano ad esempio la Vergine del S.Eligio a Capua, attribuita dal Causa a Pietro Alamanno (1950,pp.112-16,134-39; 1969-71, pp.249-50) e la Vergine del S. Eligio a Napoli. Benché non tutti gli studiosi concordino per l'inserimento dell'esemplare cagliaritano nel corpus delle opere di Pietro Alamanno (cfr.R.Serra,1968, che parla di un anonimo "Maestro di Bonaria" di cultura iberica formatesi a Napoli), è indubbio che l'autore del simulacro di Bonaria sia un francesizzante di cultura borgognona e fiamminga maturato nella Napoli angioina a contatto con Laurana intorno al 7°-8° decennio del XV secolo, e dunque in linea con i principali fatti artistici di quel periodo, che videro il percorso di Colantonio e la formazione del giovane Antonello da Messina, l'arrivo di Sagrerà e Pere Joan, l'affermazione di Francesco Laurana e di Nicolo dell'Arca. L'opera è dunque espressione di una sintesi culturale assai felice e distinguibile sia dalla produzione bavarese sveva, wutemburghese, sia da quella delle Fiandre del Nord, ancora legata a stilemi spigolosamente tardo-gotici; sono invece chiari i riferimenti, pur nella dominante nota borgognona e fiamminga, alla visione di sintesi plastica del Rinascimento italiano ed in particolare ad un'opera capitale di F.Laurana a Napoli: la "Madonna del passero" in S.Agostino della Zecca (dat.1467). E' proprio sulla base dei rapporti tra la nostra statua e ''quest'opera del Laurana che Donadone propone il nome di Simone da Zara, autore di una Vergine realizzata per la cniesa di S.Agostino della Zecca , che potrebbe quindi essere l'autore della Madonna cagliaritana che palesa, rispetto a Pietro Alamanno una componente italiana più marcata ed evidente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000137258
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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