pavimento - bottega italiana (sec. XVIII)

pavimento, ante 1764 - ante 1764

Le balaustre che cingono con due ali simmetriche le otto cappelle e il vano presbiteriale, sono assimilabili fra di loro sia nella sagoma dei balaustrini che nella scelta cromatica delle decorative tarsie marmoree. Ad andamento rettilineo, nelle piccole cappelle, seguono un ritmo curvilineo nei cappelloni e nel presbiterio. Costituite da un basamento continuo e modanato in marmo nero, hanno balaustrini bombati conclusi da un abaco. Superiormente corre la cimasa anch'essa in marmo nero, decorata inferiormente in rosso di Francia. I motivi ricorrenti degli intarsi cromatici dei balaustri, sono quello della baccellatura, delle foglie d'acanto e solo in due casi: quello della cappella di Sant'Ignazio e del presbiterio, i balaustrini sono rispettivamente trapezoidali e monocromatici

  • OGGETTO pavimento
  • MISURE Altezza: 1400
    Larghezza: 520
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Michele
  • INDIRIZZO via Ospedale, 2, Cagliari (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le balaustre che limitano lo spazio destinato agli altari, hanno dato luogo nella chiesa di San Michele a varie soluzioni espressive. Alcune sono state realizzate in tarsie marmoree che concorrono ad animare il già vivace cromatismo degli altari, altre, più severe, come quella del presbiterio e della cappella di Sant'Ignazio, insistono invece sulla bicromia del nero e ocra o del rosso e del nero, senza tuttavia rinunciare all'andamento curvilineo delle altre. Saia le sagome che i valori cromatici, trovano confronti nell'area settentrionale e sopratutto lombarda, che propone normalmente l'inserimento dei balaustri fra un basamento e una cimasa di marmo nero per farne risaltare la cromia. Questo riferimento culturale ci porta ad ipotizzare pertanto, l'intervento di una maestranza comasca nell'esecuzione di tali arredi. Come sappiamo (A. Pasolini-G. Stefani, 1991, p.4) alcuni marmorari comaschi operarono in Sardegna sostituendosi alle precedenti maestranze genovesi a cui rimanderebbero gli altari dalla fine del Settecento in poi. Questo ambito cronologico può essere precisato se si fa riferimento alla lettera del 2 febbraio 1758 (P.A.Monti, 1915, p. 330), relativa alla contesa dell'eredità del Dessì, che impedì l'uso dei censi per ulteriori abbellimenti della chiesa e ci permette, pertanto, di datare anteriormente al 1768 le balaustre
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000050579
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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