monumento funebre,
1200 - 1299
Il Mausoleo, posto al centro del muro del transetto nord della cattedrale, è una specie di trittico archiacuto, suddiviso in tre arcate da esili colonnine sormontate da capitelli. In ogni arcata si trova una statua in alto rilievo. Al centro: la Vergine, che in posizione retta e mutila della mano destra, ha in braccio il bambino, mancante della testa e del braccio sinistro. A sinistra: la regina genuflessa, ha in testa la corona, le mani giunte in atto di pregare, gli occhi chiusi, e il volto rigido. La statua di Filippo, rappresentato genuflesso, ha la corona in testa e gli occhi aperti. Lievi tracce di doratura in corrispondenza alle capigliature ed alle corone
- OGGETTO monumento funebre
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Meridionale
- LOCALIZZAZIONE Cattedrale di S. Maria Assunta
- INDIRIZZO Piazza Duomo, Cosenza (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Saba Malaspina, cronista italiano del XIII secolo per primo fa menzione del Mausoleo di Isabella d'Aragona, elevato presso l'altare dei Santi Apostoli e definisce "la sepoltura perpulcra, digna memoria meateriae ac artsi concertatione glorifica et ad servientum altari continue. Scompare il Mausoleo con la rifazione barocca del Duomo, e torna alla luce solo nel 1891, nel corso dei lavori intrapresi per abbattere gli stucchi. Saverio Maria Greco, in quella circostanza, cerca di riannodare la tradizione e identifica in quello il monumento funerario di Isabella commettendo l'errore di credere che la stautua inginocchiata a destra rappresenti Giovanni Tristano, figlio di Luigi IX. Due anni dopo, Nicola Arnone, riprende quanto aveva scritto il Greco, ravvisando nel personaggio inginocchiato a destra Filippo L' Ardito, marito di Isabella d'Aragona. E studiando stilisticamente il monumento che ritiene opera di artista francese (e in questi si avvale di alcune analofgie tra le nostre e le statue di Luigi IX e Margherita nel timpano della porta rossa nella Chiesa di Notre Dame). In loco, in quanto il tufo adoperato è simile a quello che si trova nei dintorni di Cosenza. Nello stesso anno Giuseppe Foderaro confusa la tesi sostenuta dall'Arnone scrivendo l'opera alla scuola Pisana e rilevando notevoli affinità fra la vergine del Mausoleo di Isabella e la Madonna di Prato scolpita da Giovanni Pisano nel XIII secolo. Negli ultimi annni del secolo scorso Emile Bertaux analizzando il monumento nella composizione, nel disegno dell'esecuzione (i denti di martello hanno raschiato il tufo di Cosenza come avrebbero fatto per la selce molare) trova in esso motivi e procedimenti familiari dell'arte francese e in un primo momento costata che il volto poteva essere tratto da una maschera funebre, secondo un sistema molto frequente in epoche successive. Gisberto Martelli nel 1950 descrive uil restauro eseguitop sotto la sua direzione e confutando l'ipotesi della maschera funebre citata dal Bertaux e accettata anche dall'Humbert attribuisce l'opera ad uno scultore francese che conosceva di persona i sovrani di Francia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800000964
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
- DATA DI COMPILAZIONE 1973
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0