creazione dell'universo
dipinto,
ca 1690 - ca 1710
Al centro della scena è posto, su una nuvola, Dio, dal nimbo triangolare, che indica il sole, posto alla sua destra; alla sua sinistra è, invece, collocata la luna. Si delinea in questo modo la creazione del giorno e della notte. S'intravedono, infine, alcuni animali
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria del Piano
- INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, Calvello (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Simonetti ha realizzato quello che è, a tutt'oggi, l'analisi più interessante degli affreschi del chiostro del convento di S. Maria del Piano. La studiosa individua le scene, dipinte a fresco e finite a secco, che si dipanano lungo il chiostro, scene legate al culto dei santi Francesco e S. Antonio da Padova e della Vergine, elemento che, parafrasando la Simonetti, sottolineava il messaggio francescano, rendendolo accessibile a tutti, anche agli umili (Simonetti,in Ins. francescani, 1988, p. 48).La studiosa, inoltre, rileva la presenza di santi, beati, clarisse, cari all'ordine francescano, campiti lungo le volte del chiostro. Individua, infine, due momenti distinti nell'esecuzione degli affreschi, notando come "l'ala ovest, con sette lunette raffiguranti la Vita della Beata Vergine Maria si prolunghi a sinistra con una parte aggiunta, probabilmente nei secoli successivi, affrescata su entrambe le pareti e coperta da una volta a botte"(Simonetti,in Ins. francecsani, 1988, p. 48). Gli affreschi, dipinti in questo vano, hanno come soggetto la Creazione dell'Universo e la Creazione di Eva dal costato di Adamo (Eva è vista come prefiguarazione di Maria), mentre, sulla volta, sono campiti due frati ed un cavaliere con corona e spada. Queste scene sono racchiuse da lesene e motivi vegetali, tra cui spiccano dei limoni, motivo non molto dissimile da quello che orna il chiostro di S. Antonio a Tito del 1606. L'analisi stilistica induce effettivamente a riflettere sulla possibilità che questa parte del ciclo possa essere successiva: diversi sono gli elementi decorativi, diverso è il modo di rendere alcune figure. Innanzitutto bisogna precisare che le opere richiedono un ulteriore restauro che le renda maggiormente leggibili, poi, vorrei proporre un confronto tra il volto di Dio Padre, nelle scena della Creazione dell'Universo, e quello di S. Giuseppe, nella scena della Visitazione: effettivamente esistono delle differenze di ordine stilistico, nell'organizzazione dello spazio (si ha anche un uso diverso della prospettiva: nelle scene di Creazione le figure principali si dispongono in primo piano, lasciando il paesaggio sullo sfondo, nelle scene delle vite dei santi, il pittore riempie tutti gli spazi, sembrando più attento alla narrazione), nella resa dei dettagli, che permettono di posticipare la realizzazione di questa parte, rispetto al ciclo, anche se credo che la datazione non possa essere spostata oltre la fine del sec. XVII-inizi XVIII, considerando, a mio avviso, le storie della Vergine e dei santi Francesco e Antonio della metà del sec. XVII. A tal proposito, Simonetti data il ciclo tra la fine del sec. XVII-inizi XVIII (Simonetti, in Ins. francescani,1988, p. 48), seguita da Masini (Masini, 1996, p. 50), mentre De Bonis ritiene gli affreschi del sec. XVII (De Bonis, 1982, p. 27). Un altro elemento da chiarire è la presenza dell'immagine dei due frati, Alessandro di Ales, cittadina che si trova in Linguadoca (tra Francia e Spagna) e Guglielmo, che nell'iscrizione non vengono indicati né come santi, né come beati e che, quindi, dovrebbero essere teologi "illustri" del Convento. Un posto privilegiato, al centro della volta, lo occupa un'immagine strana: si tratta di un cavaliere con corona e spada, che dall'iscrizione dovrebbe essere S. Alabada, santa sconosciuta.Mi chiedo se la presenza di un frate spagnolo e il rinvio alla cultura ispanica (come dimostrerebbe l'introduzione dell'immagine di S. Alabada) non siano dovuti alla presenza sul soglio vescovile di Acerenza, entro la cui diocesi si trovava e si trova Calvello, del vescovo spagnolo Antonio del Rjios Colminarez, dal 1678 al 1702 (Lettini, 2001, p. 124): in questo caso avremmo un intervallo cronologico ben preciso entro cui inserire questo intervento. Infine, volevo sottolineare la possibilità che la nuova campagna pittorica abbia riguardato alcune delle scene, campite sulla parete occidentale: mi riferisco agli episodi della Predica di S. Antonio, l'episodio in cui egli risuscita un defunto, quello delle Stimmate, dell'Intercessione di S. Francesco per le anime del Purgatorio e la scena dell'Apparizione al vescovo. La mia ipotesi si regge su diverse considerazioni: in primis, è giusto osservare come gli episodi delle storie di S. Francesco s'inseriscono subito dopo la scena in cui S. Antonio resuscita un defunto, interrompendole; nel caso in cui il programma dell'intero ciclo fosse stato unitario questi episodi dovevano essere realizzati sulla parete orientale, dove sono presenti le scene della vita del santo d'Assisi. (continua)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135493-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0