Miracoli di Sant'Antonio da Padova

dipinto, ca 1643 - ca 1648
  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Sciarra Giuseppe (notizie Dal 1648)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Sciarra Giuseppe/ Ilario Da Montalbano
  • LOCALIZZAZIONE Tricarico (MT)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Basilicata, MT, Tricarico, Matera - Irsina, Tricarico (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione degli affreschi del chiostro di S. Antonio è fondata su un'iscrizione che il Di Cicco (1896, p. 22) vide sull'ingresso minore della chiesa e che ora è scomparsa, per cui si ritiene opportuno riportarla: PICTOR IOSEPH SCIARRA TRICARICANUS PINGEBAT A. D. 1648. Dunque il problema attributivo sarebbe stato risolto se la scritta in un medaglione della volta dell'ambulacro, dove è raffigurato fra Ilario da Montalbano, non definisse questo come HUIUS PICTURAE AUTOR 1643. Alla luce di ciò la Grelle Iusco (1981, p. 119) ritenne che lo Sciarra e frate Ilario avessero collaborato nell'opera, seguita in questo parere dalla Muscolino (1988, pp. 254-255) che considerò le due date come quelle d'avvio e di fine del lavoro. Di recente G. Marinelli e A.M. Amelio (2001, pp. 15-19) hanno riaperto la questione attributiva con argomenti in parte condivisibili. Essi mettono in dubbio il ruolo di esecutore di fra Ilario, ritenendolo piuttosto Auctor nel senso di promotore ed ideatore dell'apparato iconografico del vasto ciclo. Ciò è plausibile, considerata la complessità dell'apparato iconografico delle volte che fu certo messo a punto da una persona di vasta cultura teologica, quale fu certo frate Ilario, Provinciale dei francescani osservanti di Basilicata dal 1643 al 1647. In tal modo la data 1643 non avrebbe più senso come quella d'inizio delle pitture, riferendosi solo all'inizio del provincialato di Ilario, analogamente a quanto si legge nei ritratti degli altri frati Provinciali raffigurati nel chiostro. Questa ipotesi mi sembra accettabile ed anche la Grelle l'ha ritenuta tale, salvo non escludere un qualche intervento manuale di Ilario (2001, pp. 307-8, nota 119/1). Invece Marinelli e Amelio tolgono al frate ogni ruolo esecutivo, ritenendo che solo l'interpretazione non corretta delle scritte gli hanno fatto attribuire i ruoli di intagliatore (coro di S. Antonio di Rivello) o di pittore che non gli competono. Di certo all'esecuzione della decorazione parteciparono vari pittori, principale fra tutti quel Giuseppe Sciarra segnato nella scritta perduta. Nulla conosciamo di questo artista tricaricese, anzi Marinelli e Amelio ne pongono anche in dubbio l'esistenza, non avendone trovato tracce documentarie negli archivi cittadini. Pertanto ritengono che il Di Cicco abbia letto o trascritto male e che al posto di Ioseph si dovesse leggere in origine Caesar, cioè il nome di Cesare Scerra, pittore noto ma troppo diverso da quello che lavorò nel chiostro per poter dar luogo a confusione. Preferiamo, in attesa di altre prove più sicure e di una rilettura critica del ciclo, mantenere la tradizionale attribuzione a Giuseppe Sciarra, escludendo Ilario da Montalbano. L'esecuzione delle pitture si dovrebbe porre fra il 1643 o poco dopo ed il 1647-50, cioè fra il periodo di provincialato di Ilario da Montalbano e quello di fra Geronimo da Viggiano, provinciale appunto dal 1647 al 1650 e sotto al cui ritratto nella volta si legge infatti "actualis". La data 1648, che si leggeva sulla perduta scritta con la firma, potrebbe pertanto risultare attendibile come finale del ciclo. Questo subì vari restauri che comportarono ridipinture, tuttora evidenti nelle scritte, ripassate talora con piccole varianti rispetto alle originali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700123881A-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 1974
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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