trittico, Madonna tra San Nicola e San Giovanni di Andrea Ritzos da Candia (metà SECOLI/ XV)

trittico

Il trittico era originariamente collocato sull’altare della Croce, di patronato della famiglia Incuria, poi trasferito nel Palazzo Priorile e definitivamente sistemato nella Basilica, nel luogo in cui è attualmente conservato. Il bordo rialzato che ne incornicia il perimetro esterno ed i due aggetti verticali a tripartirla articolano la tavola in forma di trittico. In tutti e tre gli scomparti sono presenti iscrizioni. Il dipinto ritrae la Madonna della Passione che sostiene col braccio sinistro il Bambino Gesù, il cui sguardo è rivolto all’arcangelo Gabriele. Quest’ultimo reca in mano gli strumenti della Passione, identificabili nella croce e nella corona di spine, i quali attirano l’attenzione di Gesù generando in lui un moto di spavento. La paura trapela dal tenero gesto con cui egli afferra la mano destra della Madonna quasi aggrappandosi ad essa con entrambe le mani in cerca di conforto, mentre il brusco movimento con cui egli si è voltato ha fatto scivolare dal suo piede il piccolo sandalo. A sinistra, in alto, l’arcangelo Michele porta con sé il vaso di aceto, la lancia e la spugna. Gli arcangeli, che appaiono al Bambino mostrandogli gli strumenti della sua futura passione e morte, sono effigiati entrambi con le mani velate, simbolo di adorazione al cospetto della teofania, cioè della manifestazione divina. L’icona della Madonna della Passione ha origini greco-cretesi, ma la sua venerazione è comune a tutto il mondo cristiano. Lo scomparto sinistro del trittico ospita San Giovanni teologo, raffigurato di tre quarti mentre sostiene con entrambe le mani il Vangelo semiaperto, sulle cui pagine si intravedono alcune lettere riferibili al Vangelo secondo Giovanni (I, 1-5), e stringe al petto calamo e calamaio. In quello destro è invece rappresentato San Nicola da Bari, in posizione frontale, abbigliato con la veste liturgica e l’omoforio (paramento liturgico utilizzato dai vescovi ortodossi e dai vescovi cattolici orientali di rito bizantino) mentre con la mano sinistra velata regge il Vangelo e con la destra fa il gesto di benedizione alla greca (mano destra con l’anulare unito al pollice, indice e medio allungati verso l’alto). Nonostante l’assenza della firma, il trittico è concordemente ritenuto un’opera autografa del cretese Andrea Ritzos da Candia, uno dei più importanti pittori della Scuola cretese (1204-1699 - Nota anche come Scuola post-bizantina, sviluppatasi sull'isola di Creta sotto il controllo di Venezia. Fu il principale centro artistico cristiano di matrice greca dal XV al XVII secolo) del XV secolo. Il riquadro centrale del trittico appare identico all’icona venerata nella chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara e rivela affinità stilistiche e di tecnica pittorica con le tavole, firmate da Ritzos e conservate al Museo Bandini di Fiesole, alla Galleria Nazionale di Parma e nella chiesa di San Biagio a Ston (Dalmazia)

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