Lo spazio trapezoidale del chistro attiguo alla chiesa di San Benedetto è circondato da una successione di trifore, in cui sono inserite colonne e pregiati capitelli originari in pietra scolpita del tipo a stampella (tipologia di capitello, ricorrente nell’architettura medievale, di forma approssimativamente trapezoidale, che poggia nella parte inferiore sul fusto della colonna e si allarga verso l’alto per sostenere gli archi; è utilizzato come raccordo, con funzione statica ed estetica, fra colonne di diametro ridotto e murature di spessore maggiore) decorati con soggetti antropomorfi, fitomorfi e zoomorfi, in ossequio ai bestiari medievali. Tra di essi uno spicca per la sua decorazione differenziandosi dagli altri: è quello collocato nella prima trifora davanti all’ingresso della cripta. Tre le foglie del capitello è scolpito un labirinto unicursale, cioè a via unica, che dovrebbe idealmente poter essere percorso dall’ingresso fino al punto di arrivo centrale senza possibilità di errore, essendo privo di vicoli ciechi. I labirinti nati in ambito cristiano appartengono prevalentemente a questa categoria; al loro disegno è connessa l’idea di movimento, inscritta in un percorso di preghiera o di pellegrinaggio che avvicina o allontana il fedele dalla meta centrale, la quale rappresenta metaforicamente la salvezza dell’anima. Il labirinto del capitello conversanese è del tipo classico, noto anche come cretese, a sette spire (corridoi), aventi origine dalla croce centrale. La diffusione del motivo in Italia è da ascrivere ad un intervallo cronologico compreso tra XII e XIV secolo, mentre i contesti in cui esso è riscontrato sono sia vescovili che monastici. Tale tipologia di labirinto è ricorrente lungo la via Francigena (che in Puglia tocca anche la città di Conversano) sotto forma di bassorilievi, mosaici e dipinti; questo fenomeno ha generato suggestive ipotesi relative alla connessione tra tale motivo decorativo e gli itinerari di pellegrinaggio