corredo,
Corredo funebre di re Ferdinando II d'Aragona composto da: un cuscino, un velo, un robone, una cintola con custodia dello spadino, un paio di calzebrache e di gunati
- OGGETTO corredo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di San Domenico Maggiore
- INDIRIZZO Piazza San Domenico Maggioere 8a, Napoli (NA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le ricognizioni delle Arche Aragonesi collocate sul ballatoio della sagrestia di San Domenico Maggiore furono condotte tra il 1982 e il 1987 da un’équipe guidata dal prof. Gino Fornaciari dell’Università di Pisa, sotto l’alta sorveglianza dell’allora Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici di Napoli e Provincia. Il prelievo e il restauro dei reperti tessili furono affidati a Lucia Portoghesi e, a partire dal 1996, a Nicoletta D’Arbitrio. Al momento dell’apertura dell’arca XX, appartenente a Ferdinando II d’Aragona (1467-1496) il corpo imbalsamato del sovrano giaceva su frammenti di lino che dovevano costituire il sudario, con evidenti tracce di combustione provocate dall’incendio del 1506. Il capo di Ferrandino poggiava su un cuscino e il volto era nascosto da un velo. Sotto al robone il sovrano indossava la giubba, di cui fu rinvenuto un frammento dell’imbottitura, e la camicia in lino, anch’essa pervenutaci in frammenti. Furono prelevati dall’arca di Ferrandino anche uno spadino e i frammenti della custodia in velluto, insieme alla cintola con passanti per allacciare il fodero alla vita. Si potrebbe collegare al corredo funerario del sovrano anche un paio di guanti bianchi. La preziosità delle stoffe scelte da Ferrandino per i suoi abiti è testimoniata dalle annotazioni contenute in uno dei registri della Tesoreria Aragonese: tra gli acquisti di accessori e capi d’abbigliamento figurano anche quegli abiti, provenienti dalla guardaroba del sovrano, impegnati per acquisire fondi
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500919839-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Napoli
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0