storie della vita di San Nicola di Bari

decorazione pittorica, ca 1090 - ante 1110

La decorazione pittorica è relativa alla cappella di San Nicola (con abside orientata a nord), posta alla quota maggiore dell'intero complesso, a circa 18 metri dal livello stradale. La decorazione a fresco è presente tanto in facciata, quanto all'interno, un unico vano longitudinale voltato a botte e terminante con abside semicircolare. Il ciclo interno è organizzato, con finalità narrative, in registri e riquadri. L'accesso è su un lato lungo, piuttosto che su uno breve, e ciò influisce sulla disposizione delle scene; un'altra apertura verso l'esterno è nei pressi della parete di fondo con la finestra. Problemi di umidità hanno distrutto ampie porzioni di affresco, in altri casi invece rendono precaria la lettura di alcuni brani; l'umidità è accentuata anche dal fatto che la volta è a ridosso del cielo della caverna medesima

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa Principale, altrimenti detta Chiesa Superiore
  • INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione della cappella di San Nicola corrisponde ad una fase di sviluppo dell'eremo successiva a quella documentata dalla catacomba, ma precedente alla data 1110 disposta sulla facciata della chiesa cosiddetta principale, data che invece ha valore per il ciclo decorativo di quest'ultima. La cappella che accoglie le storie di San Nicola non mostra rapporti organici con la fabbrica sottostante della chiesa principale, e non si può affermare se fosse stata prevista da un presunto progetto originario. In ogni caso il pilastro angolare della chiesa principale costituisce il fondamentale sostegno della cappella di San Nicola, pertanto non dovrebbe esserci una grande distanza cronologica tra le due strutture. Il ciclo pittorico dell'interno è organizzato in registri e riquadri; ogni riquadro è distinto da cornici lineari; solo alle estremità della volta, sui lati corti in corrispondenza dell'abside e della finestra, compaiono cornici con motivi geometrici, che ricordano anche i più lontani affreschi romanici di Castel Appiano (Morassi, in Bollettino d'arte), oppure quelli più vicini che decorano una parte della cappella di Santa Maria Assunta dei Carpinelli a Pernosano di Pago del Vallo di Lauro (Gandolfo-Muollo, p. 31, figg. 16, 22). Al centro dell'abside è raffigurata la Madonna con Gesù Bambino tra i santi Nicola e Paolino, mentre sulla parete dell'abside ritroviamo i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Lungo le pareti dell'unica navata voltata a botte abbiamo alcuni miracoli di san Nicola e una teoria di santi che volge verso Cristo pantocratore, ormai molto poco leggibili; l'ordine inferiore del ciclo, oggi visibile solo sul lato destro, è costituito da riquadri a finti marmi e tendaggi. All'esterno in facciata, attorno alla finestra, sono raffigurati due angeli in volo che affiancano un clipeo con la mano di Dio; al di sotto, in continuità dello strato d'intonaco, compare la sinopia di un altro angelo in volo. Lo schema generale della decorazione ricorda gli affreschi di altre chiese mediobizantine. Il programma iconografico ha il suo fulcro nella figura di san Nicola, che con Paolino, ha svolto un ruolo fondamentale nella difesa dei deboli e degli innocenti, e soprattutto nel sostenere la Chiesa e nel difenderla dalle deviazioni eretiche dei primi secoli del Cristianesimo (affrontò le teorie di Ario nel Concilio di Nicea del 325). Si aggiunga la traslazione del corpo del Santo da Mira a Bari nel 1087, evento che ne fece il santo dell'Italia normanna, e Amalfi divenne normanna già nel 1073. Tra l'XI e il XIII secolo in costiera vennero fondate almeno tre chiese dedicate al santo di Myra. Sul piano critico il ciclo è stato datato tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo da Morisani (1962, pp. 163-171) e Belting (1968, p. 115), che sostenevano la presenza di due botteghe pittoriche differenti. Thiery (1969, pp. 5-7) avanzava una datazione all'XI secolo accostando il ciclo di Maiori ai dipinti della Grotta delle Fornelle di Calvi Vecchia; Carotti (1974, p. 62) rifiutava quest'ultima relazione. Bergman (1995, p. 50) proponeva gli ultimi anni dell'XI secolo per le affinità con gli affreschi di Sant'Angelo in Formis. Braca (2003, pp. 39-41) individuava nella data 1110 sulla facciata della chiesa principale l'ante quem non, mettendo in relazione i nostri affreschi non solo con Sant'Angelo in Formis e con la cultura bizantina, bensì con la pittura romana tra gli ultimi decenni dell'XI e i primi del XII secolo di Santa Pudenziana e San Clemente (cfr. Gandolfo 1988), e con quel rimescolarsi di indirizzi artistici che caratterizza l'alba del secolo XII, già presente nella produzione di Bibbie Atlantiche della fine del secolo precedente (con riprese carolingie e tardoantiche)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863400
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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