Nella Catacomba, collocata al primo livello del complesso monastico (a circa m. 10 dal piano stradale, lì dove parte un corridoio che garantisce il collegamento con strutture oggi di proprietà privata), troviamo tracce di decorazioni a fresco in vari punti delle pareti dell'ambiente centrale absidato. Sul lato frontale, solo due delle tre absidiole risultano ancora dipinte con Cristo e Santi; tra di esse si riscontrano figure non ben identificate e tracce di motivi decorativi a cornici architettoniche che probabilmente inquadravano tutto l'apparato figurativo e ornamentale. Sul lato opposto è evidente un'ampia fascia decorativa a motivi geometrici nell'angolo meridionale della parete. La parete di fondo del lungo vano (ad una quota di poco inferiore) che conduce all'ambiente triabsidato risulta interamente decorata con finte specchiature marmoree al livello inferiore, una Teoria di Santi al livello mediano e i Quattro fiumi del Paradiso a quello superiore
- OGGETTO decorazione pittorica
- AMBITO CULTURALE Ambito Campano
- LOCALIZZAZIONE Chiesa Inferiore, altrimenti detta Catacomba
- INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo l'Ughelli l'erezione dell'eremo va rintracciata negli anni dell'arcivescovo di Amalfi Leone, nominato nel 987, investito del Pallio da Papa Giovanni nel 994 e morto nel 1029 (Ughelli, VII, 1722, col. 193-194). In tale arco temporale giunge ad Amalfi l'eremita Pietro, accompagnato dal nipote Giovanni, cui si deve la fondazione del luogo di culto, nella grotta precedentemente usata come frantoio. A Pietro spettano la prima fase di vita dell'eremo e i primi dipinti, i più antichi, della cosiddetta Catacomba. La seconda fase di vita del complesso è legata al nipote Giovanni: l'Ughelli racconta di un evento miracoloso (Giovanni scampa alle violenze del Demonio) a cominciare dal quale Pietro esce di scena e il nipote diviene l'amministratore dell'eremo fino alla morte (Ughelli, VII, 1722, col. 194). L'ambiente centrale della Catacomba costituiva la primitiva chiesetta, munita di tre absidi e orientata ad Est; solo nel vano più in profondità (ad una quota di poco superiore) sono stati riscontrati resti di ossa (Braca, 2003, p. 30). La chiesetta doveva essere interamente affrescata, con Cristo e Santi nelle tre absidi e con fasce decorative sul resto delle pareti. Gli affreschi delle absidiole mostrano le stesse caratteristiche culturali, che rinviano alla produzione artistica campana tra X e XI secolo, e inducono ad una comune assegnazione all'inizio dell'XI secolo (entro il 1029), quindi alla primitiva fase di formazione dell'eremo con Pietro. I Santi raffigurati più a destra, vale a dire nel lungo vano antistante la chiesetta, più distanti cronologicamente dai primi, sono ascrivibili ad una seconda fase di sviluppo dell'eremo che fa capo a Giovanni, e stilisticamente volgono verso la metà dell'XI secolo, anche per le relazioni con la produzione eremitica pugliese di quegli anni (Pace, 1994, p. 415; Braca, 2003, p. 33)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863393-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0