allegoria della Vittoria come donna armata

monumento ai caduti a fontana, 1929 - 1929

Il monumento è costituito da un'ampia gradinata da cui si innalza la base quadrangolare recante, su due prospetti, le are del sacrificio e, sui due fianchi, le fontane a doppia vasca (simbolo di vita eterna) con teste di lupo in bronzo. Al di sopra, il basamento si fa ellittico e su di esso scorrono due fasce di rilievi sovrapposti con scene di guerra raccordati da fasce orizzontali recanti iscrizioni con i nomi delle principali battaglie combattute nelle due guerre mondiali. Gli episodi, che rappresentano con puntuale aderenza i diversi momenti della vita dei soldati sul fronte, sembrano evocare il modello antico della colonna Traiana. Il piedistallo si conclude, in alto, con una decorazione di fasci littori e, sui lati, con due iscrizioni sormontate da scudi che accolgono le frasi di Vittorio Emanuele e di Armando Diaz. Chiude lo schema architettonico, una monumentale Vittoria alata che impugna il gladio e reca lo stemma della città

  • OGGETTO monumento ai caduti a fontana
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • ATTRIBUZIONI Mancini Italo (1897/ 1971): progettazione
    Morbiducci Publio (1889/ 1963): ESECUZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Piazza Castello
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Benevento (BN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella seduta consiliare del comune di Benevento del 24 settembre 1925, presieduta dal Commissario straordinario Renato Donisi, fu stabilito di bandire, in data 7.10.1926, un concorso nazionale per innalzare il monumento in ricordo dei 215 beneventani caduti nella guerra del 1915-1918. I punti salienti del bando, indetto in data 7 ottobre 1926, prevedevano che: il monumento doveva sorgere nella piazza IV Novembre; non si sarebbero poste limitazione all'ispirazione dell'artista; la spesa non doveva superare 150.000 lire; gli artisti (architetto e scultore) dovevano inviare un bozzetto in gesso accompagnato da una busta sigillata contenente i nomi e la relazione esplicativa dell'opera. La data di scadenza, stabilita per il 15 dicembre 1925, fu spostata al 15 gennaio 1926 per consentire una più ampia partecipazione. Arrivarono ventiquattro bozzetti ma sei furono scartati dalla commissione giudicatrice, riunitasi il 13 marzo 1926, per vizi di forma o perché non rispondenti al bando di concorso. Prima di esaminare i progetti, la giuria scartò a priori l'idea di collocare l'opera nella piazza prescelta poiché nessuno dei concorrenti aveva saputo superare le difficoltà derivanti dalla particolare morfologia della piazza ed, in particolare, dalla vicinanza dell'imponente mole del castello medioevale; si propose quindi l'ubicazione in una piazza più regolare. All'unanimità la giuria dichiarò vincitori del concorso Italo Mancini(architetto) e Publio Morbiducci (scultore). Il contratto tra il comune, nella persona del Commissario Regio Renato Donasi, e gli artisti fu stipulato il 19 marzo 1926: il monumento doveva essere consegnato entro nove mesi. Dopo un iniziale momento di sconcerto da parte degli artisti, per l'esiguità dei finanziamenti e i tempi strettissimi, i lavori ebbero inizio. Il Morbiducci avviò così lo studio plastico della statua della Vittoria e dei fregi scultorei. I lavori rallentarono allorché l'amministrazione comunale chiese che i fregi fossero realizzati con il travertino di Trani, più costoso e difficile da lavorare rispetto al travertino romano previsto e computato inizialmente. Gli artisti dovettero chiedere una proroga che fu loro concessa, con lettera del 15 novembre 1926, sino ai 24 maggio 1927. Contemporaneamente il comune decise di cambiare la distribuzione delle rate di pagamento per sollevare gli artisti dalle difficoltà finanziarie che l'opera comportava. Nel frattempo, già dall'agosto 1926, l'amministrazione comunale aveva deciso di collocare il monumento in piazza Giannone (l'attuale piazza Roma) che sarebbe così diventata Piazza Vittoria: per la sua sistemazione ed ampliamento si decise di demolire l'ex chiesa del Gesù (avendo già avuto il decreto di sconsacrazione dalla Curia Arcivescovile) e il palazzo dell'onorevole Giovan Battista Bosco Lucarelli, attiguo alta chiesa. A causa di ritardi nell'abbattimento della chiesa, il termine di consegna del monumento, il 24 maggio, slittò. Tra l'agosto e il settembre 1927 il Sovrintendente all'Arte Medioevale e Moderna della Campania Arch. Chierici, per incarico ufficiale del podestà andò a fare un sopraluogo a Roma presso lo studio del Morbiducci, per vedere i fregi scolpiti e la statua della Vittoria. Stilò due relazioni entusiastiche confermando "le eccellenti doti del Morbiducci". Il 28 ottobre 1927 si giunse finalmente alla posa della prima pietra e, quindi, alla relativa apertura del cantiere nella piazza Giannone. Mentre i lavori erano in fase di ultimazione iniziarono trattative verbali tra il podestà e gli artisti per aumentare la cifra concordata per le ingenti spese sostenute. Nel 1928 il podestà Donisi, che aveva seguito la vicenda costruttiva e conosceva le difficoltà incontrate, era ormai pronto a fissare nuove concessioni quando fu costretto a rassegnare le dimissioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500860519-0
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Campania
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2008
    2014
    2016
  • ISCRIZIONI sul basamento/ lato anteriore/ al centro - BENEVENTO AI SUOI CADUTI// - Vittorio Emanuele - a incisione - italiano
  • STEMMI Scudo della Vittoria - comunale - Stemma - Stemma di Benevento - Scudo ennagonale a testa di cavallo, inquartato di rosso e di argento, al capo d'oro, caricato dal cinghiale al naturale, fermo sulla linea di partizione, cinghiato di rosso. Lo scudo è sormontato dalla corona di principe; sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, la sigla S.P.Q.B. nella prima riga, le parole CONCORDES IN UNUM, nella seconda riga, sigla e parole in lettere maiuscole di nero
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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