studio di volta

disegno studio, post 1760/00/00 - ante 1770/00/00

Il foglio è disegnato solo sul recto ed è occupato interamente dalla metà inferiore di una volta quadrata, che presenta due stemmi con volute sulle diagonali, non che all’interno una balaustra mistilinea con coppie di putti, coppie di cornucopie ed altri elementi decorativi

  • OGGETTO disegno studio
  • MATERIA E TECNICA carta avorio/ acquerellatura
    carta avorio/ inchiostro bruno
    carta avorio/ matita
  • MISURE Altezza: 197 mm
    Larghezza: 273 mm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Napoletano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Giacomo e Nicola Giuliani
  • LOCALIZZAZIONE Castello Pandone Museo Nazionale del Molise
  • INDIRIZZO Via Tre Cappelle, Venafro (IS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La raccolta, miscellanea di disegni, acquerelli, bozzetti, stampe etc. di vari artisti attivi nei secc. XVII e XVIII, fu recuperata nel 1983 presso le famiglie Iannadrea e Tirabassi, eredi dei Giuliani, Giacomo, padre, e Nicola, figlio, pittori e decoratori di Oratino (CB) operativi in ambito napoletano a cavallo dei secc. XIX-XX. Nicola, allievo di Morelli, la acquisì dagli eredi di Ciriaco Brunetti, pittore e decoratore oratinese attivo in tutto il Molise dalla prima metà del sec. XVIII agli inizi del XIX. Nel 1990 è stata acquistata dal MIBAC e custodita dalla locale Soprintendenza (specifiche dell’atto del 29/10/1990: 375 disegni su fogli singoli; un taccuino di 27 fogli, un taccuino di 21 fogli, un taccuino di 141 fogli, un volume rilegato contenente 54 fogli, 129 incisioni e 24 bozzetti ad olio su tela o cartone). Considerato che su un foglio sono stati realizzati più disegni-bozzetti-schizzi, il fondo è costituito da 700 disegni circa, di cui oltre la metà acquerellati, e da circa 330 stampe, italiane e tedesche, dei secc. XVI-XVIII. La collezione è composta da: disegni raccolti in n. 4 taccuini di Ciriaco Brunetti o Benedetto Brunetti, di varie dimensioni (n. 1 con figure di Santi e n. 3 con progetti per decorazioni); un album rilegato in pelle nel quale sono stati originariamente incollati circa 200 disegni di mani diverse (riportati a singoli foglio dopo il restauro). Vi sono inoltre: circa n. 200 studi per decorazioni in larga parte siglati o firmati da Ciriaco Brunetti; un gruppo di circa n. 70 accademie di nudo riconducibili alla bottega di Francesco Solimena; un gruppo di circa n. 30 disegni a soggetto sacro di Niccolò Falocco, pittore oratinese zio di Brunetti, allievo di Solimena, operativo a Napoli; n. 40 fogli di autori vari di ambito napoletano dei secc. XVI-XVIII (Balducci, Corenzio, Giaquinto etc.). L’importanza del fondo è data dalla sua unitarietà trattandosi di materiale di uso quotidiano, giunto quasi integro fino a noi, di un pittore gravitante in ambito provinciale, la cui produzione superstite è purtroppo oggi riconducibile solo ad una serie di dipinti, conservati in chiese molisane. Testimonia, inoltre, non solo la quotidiana, costante attività del Brunetti nell’ambito dei soggetti decorativi, ma anche l’operosa attività di una bottega oratinese in cui praticavano più esponenti dello stesso ambito familiare (Pietro, Beniamino, Benedetto e Stanislao Brunetti). Le opere, restaurate per oltre il 50% in tre fasi, dal 1992 al 1995 dai restauratori C. L. B. Borruso e P. Crisostomi, sono state custodite presso i depositi della Soprintendenza fino al 2015 anno di definitiva collocazione presso Castello Pandone di Venafro, dove, a rotazione, fanno parte dell’esposizione permanente del Museo. Il disegno presenta elementi di classicismo incipiente, di vaga ispirazione vanvitelliana che fanno serie ai disegni presenti sui fogli delle schede di catalogo 1400080676 - inv. 34084, 1400080677 - inv. 34085, 1400080678 - inv. 34086, 1400080679 - inv. 34087 e 1400080622 - inv. 34030, fanno pensare all’attività tarda di Ciriaco Brunetti. In particolare per questo studio di volta, la totale finitura del disegno induce però ad escluderlo dalle esercitazioni ed a considerare per esso una specifica committenza. Lo schematismo lineare, ritmicamente modulato, nel quale convivono gli elementi più tradizionali, come cartocci con scudi negli angoli, con variabili solo nelle targhe con cherubini e cornucopie, tutti inseriti in una prospettiva rigidamente architettonica, consentono di classificare la decorazione intorno al 1760/1770. Anni, questi, nei quali si diffusero a Napoli, attraverso il Vanvitelli e Gioffredo, un ritorno ai canoni del classicismo dopo le intemperanze rococò. Tuttavia nel tratto e nella resa calligrafica dei dettagli questo disegno differisce molto dal corpus brunettiano, facendo propendere l’attribuzione ad un ignoto decoratore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400080680
  • NUMERO D'INVENTARIO 34088 (I 3/69 e)
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda di catalogo (1)
    scheda di catalogo (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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