Allegoria della Magnanimità. figura allegorica femminile
dipinto,
post 1700 - ante 1799
Rossi Giovan Battista (attribuito)
notizie 1722/ 1742
Dipinto a olio su tavola, di formato rettangolare, raffigurante l'allegoria della Magnanimità
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 62 cm
Larghezza: 74.4 cm
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ATTRIBUZIONI
Rossi Giovan Battista (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Giuseppe Ottavio Eliseo
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Mazzarotta
- INDIRIZZO Via Anselmo Chiarizia, 12, Campobasso (CB)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’allegoria della "Magnanimità" è tratta probabilmente dal testo letterario di Cesare Orlandi, che nel Settecento curò e ampliò una nuova edizione dell’ "Iconologia" di Cesare Ripa. Nel testo la Magnanimità viene appunto descritta come una donna di bell'aspetto, seduta su un leone e raffigurata nell'atto di versare monete d'oro da una cornucopia; nella mano destra tiene uno scettro, mentre accanto a lei possono trovar posto anche due putti, recanti i simboli della Giustizia e della Fortezza: una spada e una colonna. L’attribuzione del dipinto a Giovan Battista Rossi ricollega all'ambito di Francesco De Mura e alla circolazione di modelli in quell’ambiente artistico: è interessante in proposito il raffronto diretto con un bozzetto di Pietro Bardellino, raffigurante "Psiche condotta da Mercurio all'Olimpo" (Berlino, Gemaldegalerie), ove è una figura della Magnanimità simile a quella presente in questo dipinto. L’opera appartiene alla collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo, acquisita dall'Amministrazione Provinciale di Campobasso nel 1996 grazie alla passione e alla lungimiranza di Michele Praitano che ne ha evitato la dispersione. L'acquisto ha interessato un complesso di quasi 400 opere che si caratterizzano per la diversità tipologica degli oggetti: dai dipinti alle sculture, dalle ceramiche agli argenti, dai mobili a una numerosa varietà di altri manufatti. Giuseppe Eliseo, funzionario della Banca d'Italia a Campobasso, fu anche pittore e soprattutto appassionato collezionista d'arte. Nella sua ricerca del “bello” ebbe come riferimento l'altra importante raccolta costituita dall'architetto Giuseppe Barone, donata nel 1896 al comune di Baranello e divenuta così museo civico di quel centro molisano. Lo stesso Eliseo aveva percepito l'utilità della destinazione pubblica delle cose belle o comunque collegate alla storia e alla memoria della sua terra. Infatti nel corso della sua vita donò un rilevante nucleo di opere grafiche alla Biblioteca Provinciale “P. Albino”, la cui porzione più nota è certamente costituita dal gruppo di disegni autografi di Paolo Saverio di Zinno, preparatori per molte tra le sculture che l'artista campobassano realizzò nel corso della sua carriera artistica. La raccolta ben riflette la curiosità del suo proprietario, il suo gusto eclettico che lo portarono ad accostare volutamente negli spazi della sua casa dipinti antichi, argenterie, maioliche, tessuti, mobili e sculture e a trasformare il corridoio della sua abitazione al centro di Campobasso in una vera e propria “galleria” d'arte, dedicata alla amata pittura italiana dell'Otto e del primo Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400021851
- NUMERO D'INVENTARIO 80
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda di catalogo (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0