S. Francesco Saverio, S. Ignazio e altri Santi adorano la Croce. adorazione della croce

dipinto,

Dipinto ad olio su tela centinata e sagomata. Una grande Croce retta da angioletti appare in alto a sinistra a S. Francesco Saverio inginocchiato su due gradini ricurvi. Il Santo, sull'abito da gesuita, ha i simboli del pellegrino: la mantellina gialla con conchiglia sulla spalla, il rosario e una scatolina legati in vita, il tipico bastone in mano. In primo piano, sulla sinistra, volto verso lo spettatore e con l'indice puntato verso il cielo secondo la usuale iconografia, vi è S. Ignazio di Loyola. Ancora più a sinistra è un angioletto con strani calzoncini rossi che regge un ostia raggiata col monogramma di Cristo, mentre sui gradini altri due angioletti reggono il giglio e un libro con un motto, attributi del Santo. Dietro S. Francesco Saverio vi sono i Santi Martiri Cosma e Damiano, il primo dei quali ha la palma del martirio. Il dipinto è compreso entro una cornice lignea integliata e dorata che segue la decorazione in stucco

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Diano Giacinto Detto Pozzolano (1731/ 1804)
  • LOCALIZZAZIONE Venafro (IS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per evidenti affinità stilistiche con la Madonna col Bambino adorata da Santi, datata e firmata, (v. scheda 14/00000556) anche questa tela va assegnata al pittore puteolano e in un medesimo periodo, intorno al 1771. A tale data Giacinto Diano aveva appena terminato gli affreschi del palazzo Serra di Cassano e stava dipingendo nelle chiese di Gragnano. Proprio poco dopo tale periodo è documentato operante in vari paesi del Molise e zone limitrofe come Frosolone del Matese, Chieti, Lanciano. La nostra tela è avvicinabile a varie altre sue opere anche nell'impianto compositivo: i simboli della passione appaiono nella Maddalena, conservato nel Museo di Capodimonte (in deposito al Museo duca di Martina); la gamma cromatica chiara e luminosa è tipica del maestro. I Santi sono identificabili, oltre che per gli attributi, anche da un passo del Lucenteforte in cui si dice che il dottor Geronimo Peluso con testamento del 2-1-1643 aperto a 10-1-1653 da Notar Silvestro Basile, istituì sua erede universale la chiesa dell'A.G.P. di Venafro con la condizione che nella prima Domenica di ogni mese, in tutte le Domeniche di Quaresima e nelle festività dei Santi Cosma e Damiano, Sant'Ignazio e San Francesco Saverio, si dovesse tirare a sorte, nella messa cantata, a titolo di "gonnella" un'elemosina di ducati 4 a favore delle vedove vecchie, donne povere e pupille di Venafro e suoi Casali dai 12 anni in su. I Santi raffigurati nel dipinto erano quindi insieme oggetto di una particolare devozione e probabilmente le celebrazioni di cui si parla nel passo venivano svolte sull'altare per cui il Diano dipinse la tela. Il culto di S. Ignazio e di S. Francesco Saverio si sviluppò in maniera particolare nel mezzogiorno in epoca controriformata poichè l'ordine gesuitico ebbe in Napoli, più che a Roma, grande espansione e ricchezza dovute al fatto che il fondatore ara di origine spagnola
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400000547
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza archeologica e per i beni ambientali architettonici artistici e storici del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI libro, pagina sinistra - AD MA/IOREM/DEI/GLORIA(M) - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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