Ii busto è conservato entro una nicchia chiusa da un vetro e da una pesante grata a due battenti. Nella decorazione a stucco intorno alla nicchia sono raffigurati i simboli del Santo. Viene rappresentato di proposito in aspetto giovanile vestito da guerriero romano, con una mano sul petto e gli occhi rivolti al cielo. Sul capo dai luoghi capelli che scendono fin sul collo; ha un'aureola raggiata che è stata elettrificata.Indossa una lorica sulla quale è poggiato un drapo damascato annodato sulla spalla. Sul petto ha una teca con cornice contenente alcuni frammenti del cranio del Santo(v. N.Passarelli,1941).Nella mano destra regge la palma del martirio e le due chiavi della città di Venafro.Gli attributi iconografici originali sono presso i maggiorenti locali.Il busto posa su una base ottagonale. Quattro teste di cherubini dorati formano i piedi della base decorata da girali fogliacei con fiori.Sulla base, al lato sinistro è poggiato un elmo finemente lavorato e a destra una spada
- OGGETTO reliquiario a busto
-
MATERIA E TECNICA
argento/ doratura
-
ATTRIBUZIONI
De Blasio Andrea (notizie 1700-1757)
- LOCALIZZAZIONE Venafro (IS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La nuova statua d'argento di san Nicandro fu fatta al tempo dell'episcopato di Carlo di Masso, nominato vescovo di Venafro nel 1691, dopo che l'antico reliquiario, fatto realizzare dal vescovo Giovanni Tocco, fu salvato dalle macerie del terremoto del 1688, testimoniato dall'iscrizione del busto del Santo e riportata anche dal Monachetti (G.A. MONACHETTIi, 1700, p.143).Dalla lapide murata a destra dell'altare si ricava la notizia che il busto fu donato dal nobile signore Antonion Santa Barbarba, ultimo rampollo del celebre capitano delle milizie fiorentine Amico da Venafro, alla città dei Venafro.La città contribuì alla realizzazione del busto con 500 ducati e il Capitano con 800 ducati, come risulta dall'istrumento di notar Colicchio del 7/6/1969 (rif. scheda 00000533) e anche in G.COTUGNO,1824.Dai punzoni presenti in gran numero sulla base si ricava che il busto è opera dell'argentiere napoletano Andrea de Blasio (ADB) che lo eseguì nel 1964. Stilisticamente il reliquiario è vicino al busto di Sant'Ippolito conservato nella chiesa parrochiale di Roccaraso. Anche questo Santo guerriero è rappresentato con lorica adorna di teste leonine, maniche a sbuffo, drappo annodato,capelli lunghio a ciocche ondulate, palma in mano, volto giovanile. Simile è anche la base ottogonale con piedi a volute e cherubini, girali sui lati.Anche il busto di S. Ippolito è opera di oreficeria napoletana e reca la data 1688, di poco anteriore al nostro. Nel 1902 ignoti ladri asportavano entrambe le braccia del santo che sono state rifatte (G.B. NASCIOTTA, 1952, v. III, p.559). Il busto viene trasportato ogni anno in processione il 16 giugno fino alla chiesa di San Nicandro dove la statua rimane esposta per due giorni. In tale occasione viene ripetuta dal sindaco la cerimonia della consegna delle chiavi della città offerte in segno di soggezione e di reverenza. Dopo il tramonto del giorno 18, e sempre entro la mezzanotte, il busto lascia la chiesa di San Nicandro per tornare all'Annunziata con una processione che attraversa tutto il paese ( v. F. LUCENTEFORTE, 1877, p. 66; F.VALENTE, 1971, pp. 224-226)
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400000531
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza archeologica e per i beni ambientali architettonici artistici e storici del Molise
- DATA DI COMPILAZIONE 1973
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul busto - STATUAM ARGENTEAM A FA: GOCCO EPO(s). 1440 DIVO NICANTRI CONSECRATAM CIVITAS VENAFRANA IN ANNO 1688 A TERREMOTU SERVATA, IN AMPLIOREM AUCTI IN QUADRUPLUM ARGENTI FONDERE INCLIJTO MARTIJRI DICAVIT CAROLO DE MASSO EPISCOPO - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0