lapide commemorativa ai caduti,
post 1924 - ante 1928
Lapide marmorea di forma poligonale caratterizzata da elementi decorativi ad incisione. In alto, campeggia il piumetto dei bersaglieri posto su due spade incrociate. In basso compaiono due serti, uno di quercia e uno di olivo, raccordati da un nastro
- OGGETTO lapide commemorativa ai caduti
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
Marmo
- AMBITO CULTURALE Ambito Abruzzese
- LOCALIZZAZIONE via A. D'Amato, 2
- INDIRIZZO via A. D'Amato, 2, Popoli (PE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Generale Giuseppe Paolini, Comandante della Brigata Speciale Bersaglieri, nacque a Popoli nel 1861 ma si formò in Emilia. Oltre per i meriti riferibili alla carriera strettamente militare, il Generale è noto per la sua partecipazione a due importanti progetti del primo dopoguerra, in qualità di Ispettore per le onoranze alle salme dei caduti in guerra di Gorizia: la scelta della salma del Milite Ignoto e la costituzione del Cimitero degli Invitti della III Armata, sul colle S. Elia. Nel 1921 il colonnello Giulio Douhet propose di commemorare i sacrifici e gli eroismi della collettività nazionale attraverso la salma di un soldato rimasto senza nome. Il ministro della Guerra Luigi Gasparotto appoggiò immediatamente l’idea e, dopo alcuni mesi, si giunse alla definizione della “Commissione nazionale per le onoranze ai Militari d’Italia”, presieduta dal Generale Giuseppe Paolini. Le procedure per arrivare alla designazione del Milite Ignoto sono abbastanza note: furono recuperate le salme di undici soldati totalmente irriconoscibili, tra le quali la madre di un irredento disperso, Maria Bergamas, compì la scelta presso la basilica di Aquileia. Paolini, durante l’ultima riunione della Commissione prima di partire per il lavoro di ricognizione, chiese a tutti di formulare formale giuramento che mai avrebbero rivelato i luoghi da cui provenivano le undici salme. In seguito, il Generale, in relazione ai lavori per la sistemazione degli oltre cinquecento siti in cui erano sepolti i soldati, ideò il progetto di un cimitero monumentale per onorare i caduti senza nome del Carso. L’idea fu subito accolta dal comandante della III armata, il duca Emanuele Filiberto d’Aosta, e l’esecuzione materiale del progetto fu affidata al colonnello Vincenzo Paladini. Il risultato, ispirato al Purgatorio dantesco, è un sacro monte caratterizzato da settori concentrici, al culmine del quale sorgeva un piazzale con una cappella votiva ed un obelisco a forma di faro. Il cimitero, inaugurato nel 1923, si caratterizzava per il forte impatto emotivo sul visitatore: al posto delle croci furono collocati materiali bellici ritrovati nei dintorni del Monte Sei Busi, come filo spinato, frammenti di granate, gavette, elmetti, accompagnati da epigrafi dal tono poetico. Tutto richiamava la fatica della vita di trincea, il senso di morte imminente, la pietà verso i cari congiunti caduti. Questo tipo di elaborazione del lutto male si accordava con la mitizzazione e l’estetizzazione della guerra promossa dal regime fascista: il pietismo prevaleva nettamente sull'eroismo. Nel 1935, infatti, si decise di spostare il cimitero, gravemente danneggiato dagli agenti atmosferici, in quello che diventerà il Sacrario monumentale di Redipuglia. Le trentamila salme furono così traslate e, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Colle Sant'Elia fu riconvertito in Parco della Rimembranza. Paolini morì nel 1924 ma oggi è sepolto proprio nel sacrario di Redipuglia, insieme ai suoi soldati, al comandante della III Armata e ad altri quattro generali. Per le fonti: Cimitero militare di Redipuglia “Invitti della 3ᵃ Armata”, Padova - Ufficio centrale cura e onoranze salme caduti in guerra, Stabilimento rotocalcografico Civicchioni, Chiavari; Lucio Fabi, “Redipuglia tra storia e memoria”, in “Il Territorio. Semestrale di storia, memoria, cultura, fotografia, ambiente”, Edizioni del Consorzio Culturale Monfalconese, n°6, 1996, pp. III-XVI; Lorenzo Cadeddu – Manuela della Giustina, “La leggenda del Milite Ignoto” in “Rivista Militare, n°4 del 2011 ottobre-novembre-dicembre, pp. 94-106; Leonardo Prizzi, “Decorati di medaglia d’oro al valor militare d’Abruzzo”, Consiglio Regionale d’Abruzzo, 2008; Paolo Nicoloso “Architetture per fascistizzare i caduti in guerra: gli ossari di Oslavia e di Redipuglia” in “Engramma. La tradizione classica nella memoria occidentale” n°113 gennaio-febbraio 2014
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300289567
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI al centro della lapide - DI QUI / FIN CHE SIANO VANTO PER GLI UOMINI / EROISMO SUL CAMPO DI BATTAGLIA / VIRTÚ ANIMATRICE DI CONDOTTIERO / E UNA LUNGA VITA COMPIUTA / NELLA NUDA DEVOZIONE ALLA PATRIA / NELLA PURA DIGNITÁ DEL DOVERE / RIFULGERÁ IL NOME / DI / GIUSEPPE PAOLINI / GENERALE DI CORPO D’ARMATA / MEDAGLIA D’ORO / ─ / IN QUESTA CASA AVITA / DOVE EGLI APERSE GLI OCCHI ALLA LUCE / IL COMUNE DI POPOLI / IN PERENNITÁ DI RICORDO / ALTERAMENTE POSE / N. II∙4∙1861 / M. II∙1∙1924 - a incisione - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0