Seppellimento del Signore. deposizione di Cristo nel sepolcro
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Spyridon Sperantzas (1733/ 1818)
1733/ 1818
PERSONAGGI: Madonna, Giuseppe d'Arimatea, Nicodemo, Cristo; OGGETTI: sepolcro. Composizione sagomata e dipinta in entrambe le parti
- OGGETTO icona
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ATTRIBUZIONI
Spyridon Sperantzas (1733/ 1818): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Rosciano (PE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Cristo, con il nimbo crucifero - con iscritte le lettere greche 'omicro n, omega e ny', che compongono il nome rivelato a Mosè nella teofania sul Monte Oreb (Sono colui che sono, [Es 3,14; cfr. Ap 1, 8]) - , viene posto nel sepolcro da Giuseppe di Arimatea e da Nicodemo, mentre l'Addolorata lo piange. Si tratta di una immagine bilaterale che serviva per essere porta ta in processione il Venerdì Santo al di sopra del kouvouklion, una sorta di portantina rappresentante il sepolcro, perciò ritagliata in modo da per mettere la visione della scena da ambedue le parti. Nell'ovale del sepolcro vi è un cartiglio con la scritta: Afierothèn parà tòn k[apetan]on Konstantinou Belatura e Joannou Nikolaou = È stata offerta dai capitani Costantino Belatura e Giovanni Di Nicola. Purtroppo non abbi amo riferimenti su questi personaggi. Sull'altra facciata nella cornice inferiore vi sono le iniziali dell'icono grafo: C(eJr) S(purjdono~) S(per=ntza~) 1788 = Opera di Spirione Sperantza 1788. Spiridione Sperantza (1733-1818) di Corfù nel 1786 s'era trasferito a Trieste e lì operò fino alla sua morte. Siamo riusciti a risalire a lui poiché ci siamo ricordati che in qualche altro caso si era firmato sempli cemente con le iniziali "S. S." (cfr. M.CHATZIDAKIS - E. DRAKOPULU, 1997) . Questo tipo di rappresentazione, come quelle del Crocifisso (v. Crocifisso [1]), ebbe un grande successo a Zante nei secoli XVII e XVIII (cfr. M. CH ATZIDAKIS, 1948). Se ne ha un esempio presso il Museo dell'Istituto Elleni co di Venezia che risale al 1677, opera del celebre sacerdote iconografo E menuele Tzanès detto Bunialis (M. CHATZIDAKIS, 1962), ed un altro nella ch iesa greca di Cargèse (Corsica), dipinto da un imitatore di Tzanès. Il nos tro costituisce un altro caso molto importante, che si pone nel periodo in cui questa "moda" si avviava verso il suo epilogo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300094526
- NUMERO D'INVENTARIO 26
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- ISCRIZIONI recto, nel sepolcro, al centro - Afierothèn parà tòn k[apetan]on Konstantinou Belatura e Joannou Nikolaou - a pennello - greco
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0