calice - ambito napoletano (primo quarto sec. XVIII)

calice 1700 - 1724

Il calice è realizzato a fusione. La base a pianta esagonale mistilinea poggiante su alto gradino è riccamente adorna di testine di cherubi e simboli della passione (veronica, tunica, brocca e catino) intramezzati a volute. I motivi ornamentali si ripetono sul nodo centrale a sezione triangolare con la serie dei simboli e le figurine angeliche aggettanti dagli angoli smussi. Il sottocoppa a profilo libero ripropone la ricca ornamentazione, da cui emergono tre testine di cherubi alternati a tre angeli a bassorilievo con simboli della passione tra le mani

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Napoletano
  • LOCALIZZAZIONE Sulmona (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice è caratterizzato dalla festosa decorazione barocca, resa ancora più vivace dagli effetti chiaroscurali ottenuti dalla lavorazione "a getto". L'articolata composizione di volute e testine di cherubini intramezzate ai simboli della passione riconducono ad un filone di manufatti napoletani che riconoscono come prototipi i calici realizzati nella bottega dell'argentiere Gaetano Starace, attivo nella capitale partenopea tra il Sei e Settecento. La produzione di queste officine organizzate per la fusione "a cera persa", che con piccole modifiche consentiva la replica di modelli di vasto successo, agli inizi del XVIII secolo ebbe fortuna anche al di fuori della cerchia meridionale. Notevoli esempi sono presenti anche in Abruzzo (Fagnano Alto, datato 1714, a Popoli, a Scurcola Marsicana, a Barisciano ecc.) ma finora non è stato possibile identificare nessuno degli argentieri che talora, è il caso ad esempio del calice di Barisciano, hanno apposto il loro punzone sul manufatto. Anche l'esemplare di Sulmona è regolarmente marcato con la serie di tre bolli prescritti dalle prammatiche. Quello dell'Arte con la sigla NAP sormontata da coroncina, per difetto di stampigliatura non consente la lettura della data; lo stesso dicasi per il bollo consolare la cui sigla è appena visibile. In carenza di questi elementi, utili per la precisa collocazione cronologica del lavoro, qualche indizio a conforto dei dati stilistici ci viene dal bollo dell'argentiere. La sigla . F+C, per quanto usurata sembra di sicura lettura, ed è già nota per essere stata rilevata su altri lavori, ad esempio su un calice punzonato NAP/ 715, dove però sembrerebbe mancare il punto iniziale ben visibile nell'esemplare di Sulmona. Attendibilmente i due bolli si identificano, quello già noto è stato comunque riferito a Francesco Cangiano o a Francesco Cepparulo, attivi a Napoli all'inizio del Settecento (cfr. E. e C. Catello, Argenti napoletani dal XVI al XIX secolo, Napoli 1980, p. 160)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300027677
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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