San Benedetto recupera la zappa nella palude
dipinto,
1675 - 1699
Ruthart Carl Borromaus Andreas (1630/ Post 1703)
1630/ post 1703
San Benedetto, chinato verso lo stagno, immerge nell'acqua un lungo baston e; un contadino dalle vesti brune gli indica dove cercare, un monaco assis te alla scena. Sullo sfondo un paesaggio
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Ruthart Carl Borromaus Andreas (1630/ Post 1703)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
- LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
- INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è menzionato nel Municipio dell'Aquila dal Bonafede (1888), che lo riferisce a Carlo Ruther. Questo pittore, nativo da Danzica, monaco c elestino, è ben noto alla letteratura locale per il ciclo benedettino nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio e per alcuni dipinti e bozzetti conservati durante il XIX secolo nel Municipio e ora nel Museo Nazionale (A. Leosini, Monumanti storici ed artistici della cittò di Aquila, Aquila 184 8, p. 100; A. Signorini, Monumenti storici artistici della città di Aquila e suoi contorni, Aquila 1848, pp. 101, 226; V. Zecca, Memorie artistiche istoriche della Badia di Santo Spirito sul Monte Maiella, Napoli, 1858, pp .141 - 144; T. Bonanni, La guida storica della città dell'Aquila e suoi contorni, Aquila 1874, p. 47; V. Bindi, Artisti abruzzesi, Napoli, 1883, pp. 253 - 254; L. Serra, Aquila monumentale, Aquila 1912, p. 91; L. Serra, Aquila, Bergamo 1929, pp. 128 - 129). Si deve al Voss (a.v., in Thieme - Be cker", XXIX, 1935, pp. 239 - 240) l'identificazione di Carlo Ruther con Carl Borromaus Andreas Ruthart, un pittore specializzato nelle raffigurazioni di animali già noto alla critica, la quale, però, ne aveva ignorato il soggiorno aquilano (T. Frimmel, Carl Andreas Ruthart, in "Repertorium fur Ku nstwissenschaft", IX, 1886, pp. 129 - 149; ID., Karl Andreas Ruthardt, in "Studien und Skizzen zur Gemaldekunde", III, 1917 - 1918, p. 9 - 10, p . 1 53, tavv. XXXIV - XXXVIII; IV, 1918 - 1919, 1-2, pp. 1 -13). Il Ruthart, nato intorno al 1630, è documentato a Roma nel 1659 (F. Noak, Das Deutschtu m in Rom, II, Berlin und Leipzig 1927, p. 506) e poi nel 1672; intorno a questa data sarebbe entrato nell'ordine dei Celestini col nome di Andrea (F rimmel, cit. 1918 - 1919, pp. 2-3). Più tardi si trasferì all'Aquila, dove morì probabilmente nei primi anni del XVIII secolo, forse nel 1703 (Sign orini, cit. 1848, p. 226; Bindi, cit. 1883; Voss, cit, 1935; Moretti 1968, p. 353). L'opera in esame, una raffigurazione di un miracolo di SAn Bene detto (Bonafede, 1888; Moretti, 1968) solo la Gabbrielli (Inventario, 1934 ) fa rifermento a San Celestino - non è direttamente collegabile con il ciclo benedettino di Collemaggio. Questo dipinto è stato pubblicato dal Moretti (1968) che vi riscontra chiari rapporti con l'ambiente genovese, permeato di influenze fiamminghe. D'altra parte una formazione che fa riferimento alla pittura fiamminga, analoghe scelte di gusto - la preferenza per il genere "animalistico" - avevano già indotto il Frimmel (cit. 1918 - 1919) a riconoscere nell'opera del nostro tangenze con lo stile di G. B . Castiglione. L'opera in esame è databile al periodo aquilano del pittor e, cioè all'ultimo quarto del XVII secolo o ai primi anni del secolo succe ssivo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300026594
- NUMERO D'INVENTARIO 43
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0