San Francesco d'Assisi
scomparto di polittico,
1450 - 1499
Giacomo Da Campli (attribuito)
1410-1420/ 1492 ca
La tavola, priva della cornice originale, è stata munita di un nuovo supporto; l'oro zecchino del fondo è andato quasi completamente perduto e appare la preparazione a bolo rosso. San Francesco d'Assisi è raffigurato nella tradizionale iconografia che lo vede abbigliato con il saio grigio e tra le mani ha una verga (in origine probabilmente un crocifisso) ed un libro. Sulle mani e sul piede sinistro sono ben visibili le stimmate, altro suo tradizionale attributo
- OGGETTO scomparto di polittico
- AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
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ATTRIBUZIONI
Giacomo Da Campli (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
- LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
- INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa tavola smembrata fa parte di un trittico i cui pannelli, privi di cornice, si trovano nello stesso Museo (cfr. schede nn. 23 - 24). Il Santo, erroneamente identificato come Sant'Antonio da Padova, è in realtà San Francesco d'Assisi. L'errore potrebbe essere stato causato dalla non perfetta leggibilità dell'opera prima del restauro. La presenza del libro della Regola, della verga (in origine crocifisso la cui parte sommitale è andata perduta), ma soprattutto delle stimmate sulle mani e sul piede sinistro, permettono di identificare in maniera certa questa figura con il "Poverello d'Assisi". Il trittico è stato definito dal Moretti "opera fondamentale di Giacomo da Campli per la ricostruzione della sua personalità pittorica" (Moretti, 1968, p.70). In effetti di questo pittore, oggetto di studio di vari autori, Chini, Rozzi e Carli, nonostante esistano due documenti comprovanti la sua attività pittorica, non si conoscono opere di attribuzione sicura. La scheda storico-artistica della Soprintendenza abruzzese, redatta nel 1980, non conferma questa attribuzione a causa delle cattive condizioni conservative dell'opera; le affinità che si notano tra queste tavole e le altre attribuite a Giacomo da Campli, non vanno al di là di una generica appartenenza allo stesso substrato culturale dovuto alla presenza di quel goticismo cortese gentilesco o più genericamente marchigiano, della forma e dell'ornato. Tuttavia Aceto (1997) la inserisce nell'elenco di opere "che, per circostanze esterne, ha maggiori titoli per aspirare alla paternità di Giacomo da Campli", mantenendone però l'erronea intitolazione di Sant'Antonio da Padova
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300020090
- NUMERO D'INVENTARIO 15
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0