episodi della Genesi
dipinto,
post 1264 - ante 1283
Maestro Della Genesi (bottega)
notizie 1264-1283
Ciclo: episodi della Genesi
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Maestro Della Genesi (bottega): pittore
- LOCALIZZAZIONE Fossa (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In Italia la pittura dal sec. XI al XIII, fu consona ai canoni di quella bizantina e soltanto più tardi dall'influenza di essa si passa ad una pittura nostrana. Nascono, infatti, variazioni locali che provengono non soltanto dall'opera di rozzi imitatori ma anche da quella di colligrafi e miniaturisti. Anche nell'Abruzzo si ritrovano dipinti bizantineggianti, opera di pittori locali. Gli affreschi di Santa Maria ad Criptas a Fossa possono essere considerati come esempi di tale arte popolaresca non soltanto per la loro estrema rozzezza, ma anche perchè presentano in forma volgare elementi tra loro molto diversi, presi dalle migliori manifestazioni d'arte locali. In questociclo duecentesco si possono trovare infatti oltre qualche tentativo di imitazioni degli affreschi di Bominaco, superiori per qualità e forma, motivi che erano propri della scuola Casauriense. Prendendo come esempio la figura del Cristo giovane ed imberbe nelle prime scene dell'Antico Testamento si può affermare come essa sia il tipo più diffuso nella pittura umbro-romana dei secoli XII e XIII, maquello che denota il carattere popolaresco di questo pittore è il tratto pesante che in alcuni punti si fa più evidente quasi a compensare quello che non può essere reso dal colore e dai chiaroscuri ed in altri momenti quasi scompare per cui la raffigurazione è affidata interamente al colore. Gli affreschi rappresentano le ultime manifestazioni di una progressiva decadenza di quegli antichi modi bizantino-benedettini comparsi per la prima volta nella zona del Gran Sasso all'inizio del sec. XII nella Chiesa di San Pietro ad Oratorium di Capestrano. L narrazione ha inizio sull'arco di accesso al presbiterio con il racconto della Creazione del mondo e continua poi sulla volta e la parete destra dalla prima campata verso il presbiterio. Si prosegue con il ciclo Cristologico di cui ora mancano gli episodi iniziali e si conservano soltanto quelli relativi alla Passione ai quali è riservata la parte del presbiterio sotto i lunettoni delle volte: sulla parete sinistra sono l'Ultima Cena e il Bacio di Giuda, in quella centrale la Flagellazione, la Crocifissione e la Sepoltura, quelle sul lato destro sono andate perdute. Sotto il riquadro della sepoltura vi è l'affresco che ritrae il committente e la sua famiglia. Per sopperire alla parte mancante nel '300 si pensò bene di affrescare la parete con dodici episodi relativi alla vita della Vergine. Gli spazi al di sopra interrotti dai finestroni, accolgono le figure degli Apostoli. La grande scena del Giudizio finale occupa invece l'intera parete della facciata interna. Da più di un secolo era comune nell'Italia Centrale un ordinamento decorativo che vedeva il riscontro fra la narrazione dei due Testamenti, limitata per quanto riguardava il Vecchio all'illustrazione della Genesi, come antefatto del ciclo Cristologico, con la logica conclusione del Giudizio Finale. Il motivo antichissimo risalente forse alle decorazioni leoniane delle grandi basiliche romane a metà del sec. V e ripreso nel sec. XII, assume un significato diverso. Esso, infatti, viene visto come la storia del genere umano, creato per vivere felice ma caduto nel peccato che la venuta di Cristo redime ma non nella sua totalità perchè la libertà di scelta data agli uomini nell'ultimo giorno li dividerà in redenti e reprobi. Un'altra raffigurazione di notevole bellezza e facente parte dello stesso ciclo è quella dei Mesi, considerati secondo le varie fatiche stagionali, che indicano il fluire della vita dell'uomo inserendosi nel discorso della sua creazione fino al giorno del Giudizio. Per quanto riguarda la data esatta di tali affreschi i critici sono concordi nel fisssarla alla fine del sec. XIII, tra il 1264 e il 1283. Più difficile è stabilire l'autore di essi. Infatti una decorazione così vasta farebbe presumere che il ciclo fu opera di più maestri, tuttavia al contrario di questo era accaduto per Bominaco dove si può notare un gustoso disordine, generato dall'intrecciarsi di mani diverse, a Fossa dovrebbe esserci stato un direttore dei lavori al quale spettò il programma, la distribuzione delle parti e la sorveglianza dell'insieme. Il ciclo infatti, presenta un'esecuzione piuttosto unitaria e ciò può essere spiegata anche dal fatto che i pittori non erano così nettamente divisi per formazione e per carattere come era avvenuto per Bominaco. Il primo pittore è quello che eseguì gli Apostoli nelle arcate del presbiterio. Egli isola le figure, in spazi limitati, le allunga e non tenta per alcun raggruppamento, dimostrando così di non avere alcun interesse per il fatto compositivo; i contorni sono marcati e il paesaggio dalla tinta al bianco, ha una durezza metallica. La stessa mano si riconosce, anche in forma più pacata, nella Cena e nell'Arresto di Cristo. (continua in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300014400-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 1978
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0