Madonna del Cardo

dipinto 1929 - 1929

formato rettangolare, cornice originale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Regis Emma (1854 O 1858 /?)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Riguardo a quest’opera Tommaso Strinati, curatore della collezione dell’IRSM scrive: “La Madonna del Cardo di Emma Regis è uno dei dipinti più enigmatici dell’istituto e una delle opere più rilevanti del Novecento a Roma. L’autrice, di straordinario talento, è nota solo attraverso quest’opera grazie alla firma e ad una data emerse durante il restauro realizzato nel 2021: Emma Regis, 16 novembre 1929. La Vergine appare solenne in piedi, le braccia aperte, una grande aureola dorata e una corona in capo con un velo bianco agitato dal vento. Dietro di lei un portone aperto lascia trapelare luce, simbolo della chiesa/ecclesia, aperta e accogliente verso tutti, mentre davanti alla Vergine si trovano dei fiori di cardo. La leggenda narra che durante la fuga in Egitto la Vergine perse alcune gocce di latte dal seno durante l’allattamento del Bambino; esse caddero sulle foglie di un cespuglio di cardi presso il quale la Vergine aveva trovato riparo donando loro, da quel momento, le striature bianche in superficie che ancora oggi caratterizzano il cardo detto appunto mariano. Il volto della Vergine, da raffronti fotografici, corrisponde a quello di una nota attrice del cinema muto italiano degli anni Venti e Trenta, Elena Sangro. Lo sguardo intenso e distaccato dona alla Vergine di Emma Regis una presenza scenica teatrale e drammaturgica, fatto raro per un dipinto a soggetto religioso. Da notare la particolare tecnica di esecuzione: nella cintola e nell’aureola il colore è steso a rilievo per dare la sensazione tattile di un materiale metallico. Il dipinto è stato realizzato da un’allieva poco conosciuta di Giulio Aristide Sartorio. La Madonna del Cardo infine, farà conoscere ai più una sconosciuta donna dalle straordinarie doti pittoriche nella Roma di quegli anni, ma soprattutto una figura sacra e sensuale allo stesso tempo che si pone allo spettatore con atteggiamento materno e inquieto come era nella vita Elena Sangro, la diva del cinema muto amata da D’Annunzio che si riconosce nei lineamenti della Vergine pensosa realizzati probabilmente sulla base di una lastra fotografica”. Non è stato possibile verificare la notizia della Regis - che in altre opere fra cui Tempo di cucito non datato e passato in asta in tempi recenti aggiunge ‘Fert’ alla sua firma – indicata come allieva di Sartorio che non sembra risultare fra i professori di pittura dell’istituto s. Michele (si veda A. Pezzo, Sartorio, Giulio Aristide in "Dizionario Biografico degli Italiani", 90, 2017). Anche la possibile identificazione del personaggio con la celebre diva del film muto, e amante di Gabriele d’Annunzio, Elena Sangro – M. Antonietta Bartoli Avveduti (1897-1969) su cui rimane ampia bibliografia – non è al momento verificabile, tuttavia nelle notizie pubblicate on line sul sito dell’IRSM si riporta che questa posò come modella, anche se “probabilmente sulla base di una lastra fotografica” secondo quanto riportato da Strinati (in About Art on line, 22/11/2020). Anche la data indicata ‘16 novembre 1929’ mostra alcune perplessità: Emma Regis è ricordata come nata a Torino fra il 1854 e il 1858, dunque al 1929 risulterebbe già artista matura, seppure comunque gravitante nell’ambiente romano di Sartorio e Duilio Cambellotti, cui l’opera era attribuita fino alla scoperta della firma nel restauro del 2020. Nell’inventario delle opere dell’istituto, eseguito nel 1997 ma basato sui due precedenti del 1949 e del 1958/62, viene riportata un’indicazione interessante circa la raffinata cornice Liberty eseguita dai maestri ebanisti della stessa istituzione a quella data ancora attivi nell’edificio di Ripa Grande (ai n. 525 (1949) e 125 (1997). Va però segnalato che fu proprio Cambellotti a fondare nel 1917 nei locali dell'Ospizio di San Michele a Ripa, la Scuola Comunale di Ceramica (I lavori usciti dalla scuola sono marcati dall'acronimo "R.I.N.I.P." (Regio Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale) e "TAI" probabile marchio di un laboratorio con finalità commerciali affiancato alla scuola stessa.) che accolse tra gli allievi anche reduci e invalidi di guerra. Questo l’ambiente dove si sviluppò l’interessante opera di un’artista, nota soprattutto per le miniature su pergamena, che espose a Torino e a Roma - città nella quale nel 1883 partecipò con il ritratto della marchesa Durazzo Pallavicini - e che più tardi, nel 1906, è ricordata come autrice di gioielli ‘bizantini’ presenti alla mostra milanese delle Industrie Femminili italiane (P. Petruzzi -R. Testai, Un filo tra arte e artigianato, Edizioni dell’Assemblea, 184, Ricerche, Regione Toscana 2019, p.40). Nel complesso dunque un’artista poliedrica e ben inserita nei circuiti intellettuali presenti a Roma nei primi decenni del Novecento. La data si è potuta leggere solo con la luce radente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389426
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ISCRIZIONI mar4gini inferiori sinistra e destra - 16.11.1929 /Emma Regis - Emma Regis - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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