Illusionista di campagna. Scenografia per teatro all'aperto
dipinto,
Capogrossi Giuseppe (1900/ 1972)
1900/ 1972
dipinto
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Capogrossi Giuseppe (1900/ 1972)
- LOCALIZZAZIONE Assicurazioni Generali
- INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, presentato alla III Quadriennale di Roma del 1939 in una sala personale accanto ad altre quindici opere eseguite tra il 1934 e il 1938, rientra nel nucleo di opere realizzate da Capogrossi nell’estate-autunno del 1938 tra Narni e Anticoli Corrado ospite dell’amico Emanuele Cavalli. L'artista si concentra in tale lasso di tempo sul tema dei saltimbanchi, che aveva iniziato a trattare sin dal 1931 (“Arlecchino”, esposto alla Sindacale romana del 1932). Nel gruppo umbro, di cui fa parte “Illusionista di campagna” insieme a “Palestra all’aperto”, “Noè”, “Baraccone da fiera”, la figura umana è studiata sullo sfondo di una superficie piana in un’atmosfera di magica sospensione, secondo una personale poetica di “irrealismo magico”, che “prescindendo dal dato reale, costruiva una realtà attonita e surreale (F. Benzi, in Dipinti del '900 1993, p. 100). Capogrossi, tuttavia, focalizza l'attenzione esclusivamente sullo sfondo dei suoi “baracconi da fiera”, teatrini di campagna improvvisati, che costituiscono il nucleo più consistente della sua produzione del 1938. Gli oggetti, la scala, uno stivale e degli indumenti, che suggeriscono la presenza di una figura umana ormai assente dalla scena, costituiscono una raffigurazione del tema dell’assenza. Protagonista, suggerito dal titolo, è “l’illusionista che, come il pittore, con la sua magia fa scomparire se stesso, mostrando un mondo alterato e impossibile pur nella apparente quotidianità” (F. Benzi, in Dipinti del '900 1993, p. 100). Commentando l’opera in una recensione della Quadriennale Virgilio Guzzi parla non a caso di “astrazione”. Attraverso l’uso di tasselli rossi, azzurri e gialli su fondo monocromo, Capogrossi toglie “alle cose la loro statica naturale e le compone in una sigla di squisite modulazioni, le unifica e per così dire astrattizza (Guzzi 1939, p. 447). Dopo essere passato per la galleria La Nuova Pesa con il titolo “Tenda rossa”, il dipinto è entrato nel 1987 attraverso la Compagnia Gestione Arte nella collezione Assitalia, storica compagnia assicurativa statale, parte dell’INA, privatizzata a partire dal 1992 e fusa l’1 luglio 2013 con le Assicurazioni Generali con la denominazione Generali Italia S.p.A. La raccolta, ospitata nella sede dell’INA progettata da Marcello Piacentini, comprende opere significative del Novecento italiano ed è nata per volontà del senatore Giovanni Pieraccini, all’epoca presidente dell’Istituto, che acquista tra il 1981 e il 1982 i primi dipinti di de Chirico e Boccioni. Attraverso una puntuale campagna di acquisti di anno in anno la collezione si arricchisce, in seguito, di opere, rigorosamente selezionate per la loro importanza all’interno della produzione artistica degli artisti selezionati
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201385854
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI in basso a destra - Capogrossi / 38 - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0