Madonna con bambino e san Giovannino. Madonna con bambino

dipinto,

Tela su supporto ligneo di forma rettangolare

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Senese
  • ATTRIBUZIONI Beccafumi Domenico (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali d'Arte Antica - Palazzo Barberini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Barberini
  • INDIRIZZO Via delle Quattro Fontane 13, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto di Beccafumi si presenta come una rappresentazione raffinata e sensuale del tema della mariano, che secondo Sanminiatelli rivela chiare ascendenze leonardesche, evidenti nell’ermetismo del volto della Vergine. Un altro riferimento formale richiamerebbe stilemi michelangioleschi, rintracciabili nell’andamento vorticoso e manierista dell’immagine. La composizione vede raffigurata la Madonna al centro della scena, colta con il seno scoperto nell’intento di allattare il piccolo Gesù, riprendendo un’iconografia bizantina. La presenza di San Giovannino sullo sfondo si amalgama con il trattamento volumetrico delle rocce e degli altri elementi decorativi, che assumano connotazioni drammatiche grazie al forte contrasto chiaroscurale. Il formato ridotto dell’intero quadro farebbe pensare ad uno uso devozionale privato. La Madonna col bambino compare nell’inventario di Francesco Barberini Principe di Palestrina del 1730 al n. 3574, nella “Stanza dell'Udienza dell'Eccmo. Sigr. Pnpe”. Al suo interno viene definita come “Una Madonna per alto con il Bambino, che zinna, e S.Giuseppe inlontananza, che sega con cornice color di noce tutta intagliata, e dorata, sidice Scuola di Leonardo Davinci”. È citata anche nell’“Inventario generale di Quadri dell'Eccma Casa Barberini redatto per ordine di S. Eccza il Sig. Principe di Palestrina D. Francesco Barberini l'Anno 1844" ad opera di Enrico Di Dominici al n. 152", conservato nell’“Appart.o di S.E. la S.a Pnpssa CameraRossa". L’opera compare nel Regio Decreto-Legge del 1934, “Decreto che approva la convenzione relativa alla collezione artistica del Fidecommisso Barberini”, presenta al n. 31, all’interno dell’elenco dell'Allegato B. Il dipinto viene successivamente acquistato dallo stato nel 1959, proveniente dall’ex Fidecommisso Barberini, alla voce n. 32 dell’Inventario 1817. Vincenzo Camuccini la riconduce a “Micherino”, ovvero a Beccafumi, sottolineando che si tratta di un’opera incompleta dal punto di vista dell’esecuzione. Nei precedenti inventari barberiniani esistono solo due opere attribuite a Beccafumi, Storie di Clelia e Scena di Sacrificio Antico. Lavin Aronberg identifica l’opera con la Madonna Lactans attribuita a Leonardo. Tale ipotesi viene screditata da Dante Bernini nel catalogo Aspetti dell’Arte a Roma prima e dopo Raffaello. Roma, Palazzo Venezia 22 Marzo - 13 Maggio 1984, dove sottolinea diverse incongruità. In primis, guardando l’iconografia (che aggiunge la figura di San Giovannino rispetto la descrizione della rappresentazione leonardesca), e in secondo luogo, valutando le misure, che risultano essere eccessive. Secondo lo studioso, le uniche altre due identificazioni possibili sarebbero riferibili ad una tavola di Raffaello (n. 112 dell'Inventario 92-04 (Inventario del Cardinale Carlo) e ad una del Sodoma (che corrisponde al n. 105 del VII Inventario 86, Inventario del Principe Maffeo). La datazione oscilla fra il 1525 e il 1535, rivelando analogie stilistiche con un altro dipinto, La discesa di Cristo al Limbo, anch’esso complesso da collocare cronologicamente da parte degli studiosi
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201363091
  • NUMERO D'INVENTARIO 2410
  • ENTE SCHEDATORE Gallerie Nazionali di Arte Antica
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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